Bimba uccisa a Catania, trascinata per 600 metri. Carabinieri: "Un complice"
Mancano l'arma del delitto e le tracce di sangue. Gli inquirenti ritengono che Martina non abbia potuto fare tutto da sola come sostiene lei
Bimba uccisa a Catania, troppe cose non tornano sull'omicidio
Ci sono ancora troppi misteri che ruotano intorno all'omicidio della piccola Elena, la bambina di 5 anni del Catanese uccisa dalla madre. Tra rovi e sterpaglie - si legge sul Corriere della Sera - c’è ancora la piccola fossa dove Martina Patti ha riposto il corpo della figlia, cercando poi di ricoprirlo con il terriccio. Accanto alla fossa qualcuno ha lasciato fiori, peluche e un bigliettino. È di una mamma che scrive: "Non so perché la tua mamma ti abbia fatto questo". Invece per gli inquirenti Martina sarebbe una fredda calcolatrice, che aveva pianificato tutto sin nei minimi dettagli. Una donna che per i carabinieri era ossessionata dalla nuova compagna del suo ex e terrorizzata che la bambina si affezionasse a lei.
Resta ancora da capire se, - prosegue il Corriere - come dice lei, ha fatto tutto da sola o è stata aiutata. "I punti da chiarire — dice il capitano Salvatore Mancuso, dei carabinieri di Catania — restano il luogo del delitto e l’eventuale responsabilità di altre persone nell’omicidio o nell’occultamento del cadavere». Luogo ed eventuali complici sono aspetti strettamente correlati. I militari dell’Arma ritengono che sia stata uccisa in casa e poi portata nella zona di campagna, a 600 metri di distanza. Se è così prima o poi salteranno fuori le tracce di sangue. Ma è possibile che una bambina venga uccisa tra le 14 e le 15 e nessuno si accorga di nulla? E la mamma poteva da sola portare il corpo per 600 metri e in pieno giorno? Troppe le cose che non tornano.