Botte a moglie e figli per 24 anni. Graziato: solo 3 anni di lavori sociali

Ad un figlio ha bruciato una mano con la lama di un coltello da cucina che aveva surriscaldato. Soprusi di ogni tipo tra il 1994 e il 2018 ma i giudici...

Cronache

Torino, umiliava la sua famiglia ma per i giudici non è grave

I giudici del tribunale di Torino hanno emesso una sentenza destinata a fare discutere. Un uomo, autore di violenze di ogni tipo per 24 anni ai danni di moglie e figli, è stato condannato a 3 anni di lavori socialmente utili. Su tutte le furie l'avvocato di parte civile: "Questa pena è troppo clemente". Ventiquattro anni - si legge su La Stampa - di violenze sulla moglie e sui figli. Ventiquattro anni di soprusi fisici e psicologici. Di insulti e minacce e botte. Il tribunale l’ha condannato a tre anni di reclusione. E, come previsto dalla Riforma Cartabia, l’uomo originario dello Sri Lanka ma che vive a Torino, ha accettato di sostituire la pena detentiva con i lavori socialmente utili. Schiaffi al volto, pugni e calci su tutto il corpo. La picchiava con bastoni. Voleva il completo controllo: "Non mi lasciava uscire di casa se non per andare a lavorare nel suo negozio, una piccola vendita di bigiotteria in città». Casa-lavoro: il massimo della libertà consentita. Gestire il denaro, gli incassi? Nemmeno a parlarne", racconta la moglie in tribunale.

Marito e padre padrone, - prosegue La Stampa - si accaniva anche contro i figli. Botte al più grande, oggi ventiseienne, con la cintura o una lunga canna di plastica. Il 24 dicembre 2010, poi, l’ha colpito in testa con una scopa. E gli ha bruciato una mano con la lama di un coltello da cucina che aveva surriscaldato. E insulti alla più piccola, oggi appena maggiorenne. "Sei inutile, non vali nulla, mi fai schifo, sei brutta» le ripeteva in continuazione. Ogni giorno. Ad ogni occasione. E ancora. Così scrivono gli inquirenti, "la faceva assistere ai maltrattamenti contro la madre".

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