Coniugi uccisi a Brindisi, l'avvocato: "Movente legato a problemi atavici"
Tonino Calò e Caterina Martucci sono stati ammazzati nella serata del 28 febbraio. L’autopsia stabilirà l’orario. Il legale parla ad Affaritaliani.it
Coniugi uccisi a Brindisi, dopo la confessione del fratello dell'uomo ecco gli ultimi dettagli dell'omicidio
“Si è presentato spontaneamente, è un delitto particolare. Si tratta di una famiglia che non è mai andata d’accordo e sono venute fuori problematiche ataviche, oltre alle ragioni economiche”: queste le prime dichiarazioni dell’avvocato Carmela Roma, difensore di Cosimo Calò 84enne, fratello della vittima, presunto responsabile del duplice omicidio volontario aggravato dal rapporto di parentela, indagato anche per la premeditazione e porto in luogo pubblico di arma comune da sparo.
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A una settimana esatta dal ritrovamento dei cadaveri di Tonino Calò e Caterina Martucci, avvenuto in contrada Canali, a Serranova, nella serata dell’1 marzo, i carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di San Vito dei Normanni al comando del tenente Alberto Bruno hanno risolto il giallo del duplice omicidio con una intensa e serrata attività investigativa tradizionale e tecnica.
Le indagini, svolte nei giorni immediatamente successivi al ritrovamento dei cadaveri e coordinate dal pm Francesco Carluccio della Procura della Repubblica di Brindisi, sono state sviluppate attraverso numerose testimonianze di familiari e conoscenti delle vittime, l'acquisizione dei sistemi di videosorveglianza dell'intera zona interessata dagli eventi, intercettazioni telefoniche e ambientali, nonché la ricostruzione degli spostamenti delle varie persone di interesse investigativo.
Da alcune indiscrezioni, pare che il presunto killer abbia raccontato ad alcuni familiari di non riuscire a trattenere il segreto, di voler confessare. Così, ha chiamato l’avvocato e ha chiesto di essere accompagnato nella caserma di San Vito dei Normanni per dichiarare il duplice omicidio del fratello Tonino Calò e della cognata Caterina Martucci. “Sicuramente è provato, è pur sempre il fratello” ha detto l’avvocato Carmela Roma poco prima di lasciare la caserma dei carabinieri di San Vito dei Normanni. Il difensore si è recato nella compagnia nella mattinata dell’8 marzo intorno alle 11.30, poco dopo l’arrivo di Cosimo Calò accompagnato dal figlio Vincenzo, scortato dai militari. Momenti concitati quelli che hanno preceduto la confessione del presunto killer terminata alle 15 circa, quattro ore dopo l’arrivo in caserma.
Confessione rilasciata anche alla presenza del comandante provinciale dei carabinieri di Brindisi, il colonnello Leonardo Acquaro. Dunque, definito il giorno del duplice omicidio, ossia nella serata del 28 febbraio, sarà ora il medico legale incaricato, Domenico Urso, a stabilire l’ora esatta del decesso di Tonino Calò e Caterina Martucci.
Il capitano dei carabinieri Vito Sacchi: “Calò ha agito da solo”. Il fucile sequestrato la possibile arma del delitto
“Dissidi familiari e motivi economici” ha detto il capitano della compagnia di San Vito dei Normanni Vito Sacchi rilasciando alcune dichiarazioni dopo che l’auto dei carabinieri con a bordo il presunto killer Cosimo Calò ha lasciato la caserma per esser accompagnato nel carcere di Brindisi. “Stamane Calò era stato convocato nuovamente e alla presenza del suo legale ha confessato. Ha reso delle dichiarazioni circa l’arma e sembrerebbe che il fucile sequestrato nella giornata del 7 marzo sia l’arma del delitto. Ha fatto tutto da solo, è arrivato solo a casa. C’è un decreto di fermo, ci saranno ulteriori accertamenti” ha detto ancora il capitano Vito Sacchi senza aggiungere altro perché si è nella fase delle indagini preliminari.