Delitto Bolzano, Benno Neumair condannato all'ergastolo. "Condanna a morte"

Il caso del delitto dei coniugi Neumair, uccisi dal fratello Benno. La sorella: "Non so se lo perdonerò"

Benno Neumair
Cronache

Delitto Bolzano: Benno Neumair condannato all'ergastolo

Benno Neumair è stato condannato alla pena dell’ergastolo dalla Corte d’assise di Bolzano per aver ucciso il padre Peter e la madre Laura nel tardo pomeriggio del 4 gennaio 2021 a Bolzano.  Erano le ore 17,33 di oggi quando il giudice Carlo Busato ha letto la sentenza che ha condannato Benno Neumair alla pena dell’ergastolo sia per l’omicidio del padre Peter che quello della madre Laura Perselli. Per il reato di soppressione del cadavere, ovvero per aver gettato i corpi senza vita dei genitori nelle acque del fiume Adige all’altezza del ponte di Vadena, il 31enne è stato condannato a 3 anni di reclusione. E anche a un anno di isolamento diurno e l'interdizione perpetua dai pubblici uffici.

Delitto Bolzano: sorella Madé, non so se lo perdonerò

“Non so se lo perdonerò, è una domanda così difficile che non ci sto pensando  perché in questo momento penso alla mamma e al papà. Questa non è una vittoria perché questa pena o le motivazioni che arriveranno e leggeremo non ci ridaranno la mamma e il papà”. Così Madé Neumair parlando con i giornalisti in Tribunale a Bolzano pochi minuti dopo la sentenza che ha condannato il fratello Benno all’ergastolo per aver ucciso i genitori ed occultato i loro cadaveri gettandoli nel fiume.

Delitto Bolzano: legale Benno, "Ergastolo è condanna a morte"

Potrebbe essere letta già oggi, ma comunque non prima delle ore 17,30, la sentenza di condanna per Benno Neumair. Il 31enne bolzanino, nel tardo pomeriggio del 4 gennaio 2021, nell’abitazione di famiglia in una zona residenziale di Bolzano in meno di un’ora ha ucciso prima il padre Peter e poi la madre Laura. Successivamente ha caricato i due corpi  in auto e gettati nel fiume Adige dal ponte di Vadena. Benno ha confessato l’omicidio dei genitori l’11 febbraio in carcere, qualche giorno dopo il ritrovamento nel fiume del corpo della madre. La salma del padre era stata notata galleggiare nel fiume Adige a Trento da un passante nel successivo mese di aprile. Questa mattina in Corte d’assise a Bolzano, nel corso della sua arringa l’avvocato difensore di Benno, Flavio Moccia nel chiedere le attenuanti generiche he detto che la richiesta di ergastolo da parte della Procura “è una condanna a morte” precisando che “la legge lo prevede per i terroristi, per i criminali che non si fermano davanti a niente e nessuno, Benno se lo merita? Sta a voi decidere”.

Moccia ha poi aggiunto, “la severità della pena da sola non serve, Benno va soprattutto curato e l’ergastolo è contrario alla finalità stessa della pena” ricordando che “Benno ha rinunciato all'eredità e ciò è estremamente rilevante”. Secondo Angelo Polo, l’altro legale che difende il reo confesso omicida, “dovrebbero essere concesse le circostanze attenuanti considerata la totale follia del primo omicidio (quello del padre, ndr) e che era solo parzialmente sano di mente nel secondo (quello della madre)”.  L’avvocato ha detto che “premeditazione non c’era” ed in aula ha portato l’esempio del delitto di Barbara Rauch (maggio 2020) dove il suo omicida aveva annunciato l’uccisione della donna due settimane prima. Polo ha poi aggiunto, “non c'è una sola sentenza nella storia giudiziaria italiana che stabilisca il periodo di previsione o di pianificazione inferiore ad un'ora”.

Nel caso Neumair, invece, sono trascorsi 38 minuti tra l’assassinio del padre e quello della madre. Il legale bolzanino ha poi accusato la Procura affermando, “come si può dire che la confessione (di Benno) sia irrilevante quando i pubblici ministeri hanno tenuto nascosta questa confessione al pubblico per oltre un mese?”. Secondi i legali Moccia e Polo, “Benno quando ha confessato, era disperato e ha pianto, gli manca ogni senso di rimorso a causa del suo disturbo” concludendo con una richiesta, “solo voi, Alta Corta, potete ordinare a Benno ad intraprendere ed accettare la strada della terapia e di imparare a rimpiangere l’omicidio di Laura e Peter”.

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