Francesco rispedisce a casa Padre Georg. Tornerà in Germania senza incarico
Papa Francesco ha intimato al prelato di lasciare Roma entro e non oltre il 1° luglio e di tornare nella sua diocesi tedesca, senza un incarico specifico
Papa Francesco rispedisce a casa Padre Georg. L'ex segretario di Benedetto XVI con le pive nel sacco
È appena uscita una notizia sul quotidiano tedesco Die Welt che dovrebbe finalmente mettere fine all’annosa questione dell’incarico da dare a Padre Georg Gänswein, l’ex segretario di Papa Benedetto XVI. A quanto si apprende, Papa Francesco ha intimato al prelato di lasciare Roma entro e non oltre il 1° luglio e di tornare nella sua diocesi tedesca, appunto senza un incarico specifico. L’ultima volta che i due si sono incontrati è stato lo scorso 19 maggio.
La visita non era ufficiale ma opportune e ben addestrate fonti interne vaticane avevano fatto trapelare il contenuto informale dell’incontro e cioè che l’idea di Bergoglio fosse quella di seguire la prassi vaticana che, in questi casi, è quella di rimandare nella diocesi di origine i segretari particolari dei papi dopo la loro scomparsa.
Gänswein è nato in un paesino, Riedern am Wald, vicino a Friburgo nel land del Baden Württemberg nella Germania Sud- Occidentale e lì dovrà tornare. Sempre Die Welt ricostruisce la vicenda confermando le voci che non gli saranno dati incarichi particolari e, in pratica, l’ex potentissimo segretario di Benedetto XVI vivrebbe come un “privato cittadino”.
Dal punto di vista strettamente lavorativo Padre Georg è ancora troppo giovane per la pensione e quindi è da supporsi che, essendo professore di Teologia, possa inseg nare nella locale università dove, tra l’altro, si è pure laureato. In ogni caso, si occuperà sicuramente della Fondazione Ratzinger possedendo – anche come lascito diretto - molti documenti che aiuteranno a ricostruire il suo difficile pontificato. Ma riavvolgiamo il nastro.
Alla scomparsa di Benedetto, avvenuta proprio a fine anno, Padre Georg aveva cominciato ad attaccare Papa Francesco. Per prima cosa uscì il suo libro, “Nient’altro che la verità”, in cui si tolse numerosi sassolini dalle scarpe. A cominciare dal fatto che Francesco lo aveva di fatto “mobbizzato” dicendogli relativamente al suo congedo da Capo della Prefettura della Casa Pontificia, avvenuto nel 2020: “Lei rimane prefetto ma da domani non torni al lavoro".
Nel libro Georg scrive che: "Restai scioccato e senza parole". Durante le vacanze natalizie del 2022 il prelato sparò ad alzo zero su Papa Francesco. Cosicché alla ripresa delle attività, il 7 gennaio 2023, il Pontefice lo convocò subito in Vaticano e gli fece un liscio e busso memorabile durante il quale le grida risuonarono in tutti i Sacri Palazzi. Da quel momento Padre Georg non solo si tacque d’improvviso ma anzi diventò mitissimo agnello sottomesso al Santo Padre che, tra l’altro, gli aveva imposto un assoluto silenzio.
Fu allora che Georg contattò Marina Berlusconi nel tentativo ormai inutile di bloccare la diffusione del libro già pronto per la distribuzione. Evidentemente il “colloquio” con il Papa aveva avuto il suo effetto e deve essere stato estremamente convincente. Dunque la strategia di Gänswein fu quella di sottomettersi completamente al Papa, sperando di ottenere qualcosa per il futuro. In questa ottica cominciò una serie di incontri in cui trapelarono diverse possibilità per risolvere l’intricata vicenda.
Si fece – per un certo tempo e con una certa insistenza - anche la possibilità di una nunziatura in Costa Rica o di un ruolo ufficiale nella Conferenza episcopale tedesca. Tuttavia la prima ipotesi si rivelò un ballon d’essai utile a tastare la reazione del presule tedesco che infatti non fu molto buona mentre la seconda possibilità si sciolse come neve al sole dopo che i vescovi tedeschi risposero picche temendo che l’arrivo di Padre Georg protesse riaprire i conflitti tra progressisti e conservatori.
Nel frattempo Gänswein cercava di tirare calcetti ben mirati al Santo Padre, partecipando ad eventi come “5 minuti” da Bruno Vespa, quando gli sembrava che ci fosse un calo di interesse nei confronti del suo problema di ricollocazione professionale. Non sfugge neppure che l’ex segretario di Ratzinger prese una posizione “ostile” a quella ufficiale del Vaticano sul caso della scomparsa di Emanuela Orlandi e del relativo possibile coinvolgimento di Papa Giovanni Paolo II. E probabilmente proprio questa ultima posizione pubblica ha irritato definitivamente Papa Francesco che ha deciso di farlo ripartire a mani vuote, rispedendolo nelle fredde foreste tedesche senza alcun incarico ufficiale, appunto come un “provato cittadino”.