Gänswein rispedito a Friburgo, ma lui si ribella. La rivincita di Padre Georg

Ieri dell'ex segretario di Benedetto XVI, rispedito a Friburgo dal Papa, non si è vista traccia: è andato a Bregenz sul lago di Costanza a ordinare un sacerdote

Di Giuseppe Vatinno
Cronache

Padre Georg lasciato senza incarichi si ribella al Papa e punta a diventare il nuovo riferimento dei conservatori tedeschi. Commento 

Ieri sarebbe dovuta essere la prima giornata di Padre Georg Gänswein nella sua diocesi tedesca di Friburgo presso il Collegio Borromeo ma l’ex segretario di Papa Benedetto XVI non si è visto perché è andato a Bregenz sul lago di Costanza, in Austria, a ordinare un sacerdote vicino ad un gruppo conservatore. Una sorta di ribellione al volere del Vaticano che fa capire come la partita tra il presule tedesco e Bergoglio non sia affatto finita.

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Il lungo tira e molla della destinazione di Padre Georg ha avuto fine con un comunicato della Sala Stampa della Santa Sede a metà giugno, dopo un periodo di indiscrezioni che lo avevano dato –per un certo tempo- destinato alla nunziatura sperduta del Costa Rica. Tuttavia l’ultimo sgarbo di Papa Francesco si è consumato quando nell’annuario pontificio è stato disposto che si indicasse “già prefetto della Prefettura della Casa Pontificia”. Gli viene quindi negato il titolo di “emerito” come era già successo precedentemente nel caso del cardinale Dino Monduzzi, anche lui lasciato senza incarico per punizione. I rapporti tra i due non sono mai stati buoni e alla scomparsa di Papa Ratzinger a fine dicembre 2022 si scatenò una vera e propria guerra.

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Preventivamente Padre Georg approfittò delle feste per sparare ad alzo zero contro Papa Francesco che alla ripresa delle attività, il 7 gennaio, lo convocò subito in Vaticano e gli fece un liscio e busso memorabile durante il quale le grida risuonarono in tutti i Sacri Palazzi. Da quel momento Padre Georg non solo si tacque d’improvviso ma anzi diventò mitissimo agnello sottomesso al Santo Padre che, tra l’altro, gli aveva imposto un assoluto silenzio.

Fu allora che Georg contattò Marina Berlusconi nel tentativo ormai inutile di bloccare la diffusione del libro “Nient’altro che la verità”, ormai già pronto per la distribuzione e conteneva veleno allo stato puro per il Pontefice regnante. Evidentemente il “colloquio” con il Papa aveva avuto il suo effetto e deve essere stato estremamente convincente.

Intanto il tempo passava e Gänswein alternava calcetti negli stinchi di Francesco, come quando andò in prima serata a “Cinque minuti” da Bruno Vespa a lamentarsi, a professioni di obbedienza.  Come lui stesso aveva descritto nel libro in pratica Papa Bergoglio gli aveva lasciato la carica di prefetto della Casa Pontificia e lo stipendio ma gli aveva esplicitamente detto che la sua opera professionale non era più necessaria. Questo fatto addolorò profondamente l’alto prelato a cui, tuttavia, non restò altro che eseguire l’ordine ricevuto e da quel momento si dedicò solo al suo Papa, cioè a Benedetto tedesco come lui.

In realtà tutto ebbe inizio per un altro libro. Il primo screzio tra i due è del 2020. La decisione di Papa Francesco era dovuta ad un libro uscito in Francia a doppia firma: il Papa emerito Ratzinger e il cardinal Robert Sarah che riguardava la loro contrarietà alla consacrazione a uomini sposati. E questo proprio mentre Papa Francesco era impegnato a rispondere sull’argomento al Sinodo amazzonico in cerca di vocazioni. La cosa venne vista come una intrusione di Papa Benedetto XVI. Padre Georg tentò di togliere il nome di Ratzinger ma fu smentito dallo stesso cardinale e come risultato perse il posto da prefetto. Da allora Gänswein covò rancore nei confronti di Francesco sentendosi un “prefetto dimezzato”.

Ora cosa accadrà? Padre Gänswein, che adesso è un privato cittadino senza incarichi nella Chiesa cattolica, potrebbe diventare un punto di riferimento del movimento conservatore –particolarmente attivo in Germania- che combatte da anni Papa Bergoglio, come l’episodio di Bregenz dimostra.

Per questo il Vaticano nella sua nota stampa scrive “per il momento” riferendosi alla diocesi di Friburgo e alla sua mancanza di incarichi. Un piccolo pertugio lasciato aperto ad una eventuale trattativa con il presule ribelle, qualora si rendesse necessaria.

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