Il Papa malato e la lettera di rinuncia firmata. Funzioni di Pasqua a rischio

Bergoglio continua a ripetere: "Si governa con la testa". Ma le voci sulle sue possibili dimissioni si fanno sempre più insistenti: non sta bene

Cronache

Bergoglio e quel documento del 2013: "Se le forze venissero meno"

Il mondo è in apprensione per Papa Francesco. Il Pontefice è ricoverato da ieri al Gemelli a causa di un malessere avvertito prima del pranzo a Santa Marta. All’inizio, la Santa Sede aveva parlato di «controlli precedentemente programmati». Un secondo comunicato, ieri sera, ha detto che Bergoglio «nei giorni scorsi ha lamentato alcune difficoltà respiratorie» e i controlli medici hanno "evidenziato un'infezione respiratoria — esclusa l’infezione da Covid-19 — che richiederà alcuni giorni di opportuna terapia medica ospedaliera". Tutte le udienze di oggi e domani - si legge sul Corriere della Sera - sono state cancellate. Di certo non era programmato un ricovero, alla vigilia della Domenica della Palme e delle celebrazioni della Settimana Santa di Pasqua, il periodo più importante dell'anno. Considerato che il ricovero durerà «alcuni giorni», le celebrazioni del Papa sono in dubbio. Il Vaticano si limita a dire che "si è fatto spazio nell’agenda perché i controlli possano proseguire per il tempo necessario".

Francesco - prosegue il Corriere - non ama che si parli della sua salute. Però è stato chiaro, rispetto alle sue responsabilità da pontefice. Durante il viaggio in Congo, il 2 febbraio, aveva spiegato ai confratelli gesuiti di considerare «che il ministero del Papa sia ad vitam» e non pensare alla possibilità di dimissioni, aperta da Benedetto XVI, se non in casi eccezionali: un impedimento improvviso che gli impedisca di essere «pienamente cosciente», eventualità per la quale ha firmato fin dal 2013, come del resto i predecessori, da Paolo VI a Ratzinger, una lettera di rinuncia; oppure se sentisse «le forze venir meno», come Benedetto.

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