Lampedusa, dramma migranti: 30 dispersi e 2 morti. Salvi i profughi bloccati
Continua il dramma migranti a Lampedusa (Sicilia): due naufragi nelle ultime 24 ore, 30 dispersi e due morti. Salvati i profughi bloccati sugli scogli
Dramma migranti a Lampedusa, indagini per ricostruire la tragedia
Non s'arresta il dramma migranti a Lampedusa (Sicilia). Sono due i barchini naufragati, nelle ultime 24 ore, al largo di Lampedusa. Entrambi - secondo quanto riferisce il sito Agrigento Oggi -erano partiti da Sfax. Il bilancio provvisorio è di due cadaveri recuperati - un bambino di circa due anni e una donna - di 59 migranti salvati e decine di dispersi, "forse oltre 50", sottolinea il sito siciliano. Le operazioni di soccorso sono state effettuate dalle motovedette della Guardia Costiera. “Chi li ha lasciati o costretti a partire con questo mare è un pazzo criminale senza scrupoli. Si prevede mare mosso ancora per i prossimi giorni. Speriamo si fermino. È una mattanza con questo mare”, ha detto il questore di Agrigento Emanuele Ricifari.
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Intanto sono terminate le operazioni di recupero dei 34 migranti, tra cui sei donne, che sono rimasti bloccati per 36 ore sulla scogliera di Capo Ponente a Lampedusa dove venerdì era naufragato il barchino sul quale viaggiavano. Tre le donne portate al poliambulatorio, ma nessuna in gravi condizioni. A recuperare il gruppo è stato il Soccorso alpino e speleologico siciliano con l'82esimo Csar dell'Aeronautica militare e i vigili del fuoco "VF 145" in servizio al reparto Volo di Catania.
I tecnici e i vigili del fuoco si sono calati con il verricello, imbarcando tutti i 34 migranti, che sono stati trasferiti all'aeroporto di Lampedusa. A coordinare le operazioni di salvataggio è stata la questura di Agrigento. I profughi hanno detto di essere originari di Burkina Faso, Camerun, Costa d'Avorio, Guinea, Mali, Nigeria, e di essere partiti da Sfax giovedì notte.
Gli investigatori della Squadra mobile della Questura di Agrigento cercheranno di sentire nuovamente i sopravvissuti, 47 uomini e 10 donne, tutti sotto shock, per cercare di ricostruire che cosa sia accaduto. È però probabile che a provocare la tragedia siano state le proibitive condizioni del mare, molto mosso a causa del forte vento di maestrale. Proprio a causa del vento, già sabato un barchino con venti migranti si era schiantato sulla scogliera di Ponente, un costone roccioso alto oltre cento metri, e i naufraghi erano rimasti bloccati sugli scogli perché le motovedette della guardia costiera non riuscivano ad avvicinarsi.