Migranti, sbarcati a Brindisi i 105 salvati da Emergency a largo della Libia

Tra le persone soccorse dalla nave Life Support 59 uomini, 16 donne, 24 minori non accompagnati e 6 minori accompagnati

di Fabiana Agnello
sbarco migranti Libia a Brindisi
Cronache

Migranti, arrivate nel porto di Brindisi le 105 persone salvate da Emergency al largo della Libia

Sono 105 e sono arrivati nel porto di Brindisi (Banchina Montecatini) alle 8.30 del 10 marzo: è stato lo staff di Emergency a cominciare lo sbarco delle persone soccorse durante l’ultima missione della nave Life Support. Tra queste, 59 uomini, 16 donne – di cui una al settimo mese di gravidanza, 24 minori non accompagnati e 6 minori accompagnatiIl più piccolo a bordo ha 2 anni. 

“Eravamo su un’imbarcazione molto piccola. Il motore non funzionava più e stavamo imbarcando acqua – ricorda una delle persone soccorse, proveniente dalla Costa d’Avorio –. Era notte, eravamo tutti bagnati e intorno a noi solo buio. Ho pensato che non ce l'avremmo fatta. Ho pregato per tutte le persone che erano con me e ho pensato tutto il tempo alla mia famiglia e a Marianne, la donna che amo, che è rimasta nel nostro paese”. Il salvataggio è avvenuto nella notte del 6 marzo, le operazioni sono durate 3 ore a causa della complessità della situazione: “Se fossimo tardati nell’arrivo, anche di poco, ci sarebbe stata una tragedia – ha detto Domenico Pugliese, comandante a bordo della Life Support –. Il natante, di soli 12 metri, aveva a bordo 105 persone, imbarcava già acqua, aveva il motore in avaria e le condizioni meteo marine erano in peggioramento”. 

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 Al momento, i superstiti sono in buone condizioni, ma numerose sono le persone che portano sul proprio corpo segni del periodo trascorso in Libia. “Tra le persone soccorse ci sono molti casi di disidratazione e di ustione dovuti alla miscela di acqua marina e carburante. I superstiti sono partiti dalle coste libiche già debilitati e hanno affrontato un viaggio di 12/14 ore senza bere – ha detto Roberto Maccaroniresponsabile sanitario della missione – Abbiamo visto segni fisici che testimoniano episodi di tortura. Il nostro ruolo di sanitari non è solo prenderci cura della patologia attualmente presente, ma anche rilevare e comunicare la presenza di traumi pregressi riferibili alle violenze subìte”.  

La Life Support – che ha a bordo 27 persone tra marittimi, medici, mediatori, soccorritori – è alla sua terza missione nel Mediterraneo centrale, e ha tratto in salvo 142 persone nella prima missione e 156 nella seconda. 

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