Palermo, stop ai consiglieri comunali che favoriscono le pratiche dei privati

Il caso è scoppiato a seguito dalla circolare della dirigente dell'Ufficio tributi, Maria Mandalà: "Nessun trattamento di favore, sarebbe reato"

Cronache

Palermo, stop ai consiglieri comunali che favoriscono le pratiche dei singoli cittadini

Altolà agli 'sponsor' politici per le pratiche negli uffici comunali, a stabilirlo è una circolare della dirigente dell'Ufficio Tributi del Comune di Palermo, Maria Mandalà. Questo provvedimento ha scatenato polemiche e sospetti,soprattuto sui consiglieri comunali cui viene posto un freno sulla soglia degli uffici dell'amministrazione.


Infatti nel documento si legge: "Al fine di scongiurare, la prassi invalsa da parte di alcuni consiglieri comunali, che sono portatori di interessi generali della cittadinanza e non certo di interessi partiolari di alcuni cittadini/utenti dagli stessi accompagnati in ufficio per le pratiche di riferimento, si evidenzia che il loro ricevimento non determina un diverso ordine di lavorazione delle pratiche stesse, configurandosi diversamente un abuso d'ufficio rilevante penalmente e con l'intento, altresì, di garantire parità di trattamento dell'utenza tutta".

Il caos si è generato negli uffici comunali, compresi quelli del settore Tributi, con attese e code spesso di difficile gestione; ma, evidentemente, lo è anche l'usanza di farsi accompagnare a volte dal consigliere amico per tagliare tempi e chiudere al meglio le pratiche. Il presidente del Consiglio comunale, Giulio Tantillo, prova a sostenere la tesi di "un agire certamente eccezionale, dettato dalla necessità e dalla condizione di emergenza in cui ci troviamo". La dirigente comunale tiene il punto e amplia l'orizzonte, avvertendo nella sua circolare che l'indicazione vale anche "per le lagnanze indirizzate al Gabinetto del sindaco, per scavalcare l'ordine di cui sopra, o a quelle pervenute per il tramite dell'Urp, dato il grave dissesto funzionale dell'Area ancora irrisolto".

Il documento ha sollevato proteste più o meno ufficiali dei consiglieri di Sala delle Lapidi. Dice chiaramente come la pensa l'esponente di opposizione Mariangela Di Gangi: "I consiglieri chiaramente non devono neanche provare a influire sull'esito delle singole pratiche o dei singoli provvedimenti. Esattamente come i dirigenti, che hanno il dovere di portare avanti le pratiche senza discriminazioni o preferenze. La dottoressa Mandalà nella sua circolare adombra la presenza di comportamenti penalmente rilevanti che non vanno censurati in un documento amministrativo di poco valore, ma denunciati, se accaduti, con i nomi e i cognomi dei consiglieri comunali che, oggi e in passato, avrebbero chiesto favori a dipendenti pubblici in favore di singoli". È noto a tutti, rileva, che l'Ufficio tributi "non garantisce un servizio adeguato nella relazione con la cittadinanza. E di sicuro questo è il contesto perfetto perché aumenti il rischio di corruzione, che va contrastata coi fatti".

Il presidente del Consiglio comunale Tantillo mostra di non gradire la circolare, provando a dare una giustificazione a quanto succede: "Siamo di fronte a una situazione difficile, che vede tanti, forse tutti i settori dell'amministrazione in sofferenza per la grave carenza di personale, che ha ragioni che affondano nel tempo. Di questo fanno le spese i cittadini, che hanno difficoltà ad avere risposte dagli Uffici, e ne fanno le spese anche i dipendenti in servizio, il cui carico di lavoro è spesso abnorme. In questo quadro, i Consiglieri comunali, naturale punto di contatto fra l'amministrazione e il territorio, sono spesso chiamati e devono dare risposte a chi non riesce a interloquire con i diversi settori, non unico quello dei tributi".

Si tratta, insomma, per Tantillo di "un agire certamente eccezionale, dettato dalla necessità e dalla condizione di emergenza in cui ci troviamo. Si ritiene, purchè non sfoci nella richiesta di favoritismi, sia anche un atto doveroso da parte di chi non vuole essere nè apparire lontano dalle difficoltà quotidiane dei contribuenti". Infine, l'affondo: "Compito comune della politica e della dirigenza è quello di lavorare per costruire un'amministrazione che abbia soluzioni per tutti, non certo quello di innescare polemiche che hanno come unico risultato quello di alimentare sfiducia nelle istituzioni".

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