Papa Francesco apre al mondo Lgbtq, ma le suore trans si sentono "escluse"
Le "sorelle" accusano di un'esclusione del mondo "non binario" dai circuiti religiosi. Per Papa Francesco, dopo il danno anche la beffa
Ci mancavano solo le suore transessuali...
In questo giorno di Pasqua, non bastavano tutte le stranezze di questi tempi matti e disperatissimi e di questo “mondo alla rovescia” che sta scardinando il buon senso. Ora arrivano pure loro, le “suore trans”, precisamente la “federazione statunitense delle Suore di San Giuseppe, delle Suore della Provvidenza di Saint Mary-of-the-Woods e dell’Ufficio per la Giustizia, la Pace e l’Integrità del Creato delle Suore della carità di Leavenworth”.
Le scaltre sorellə schwaiste hanno atteso una imperdibile Giornata internazionale della visibilità transgender (come se ce ne fosse bisogno) che è celebrata il 31 marzo, per fare outing di gruppo. E così detto fatto le Sisters of Providence hanno pubblicato un documento che rappresenta “6.000 suore cattoliche” presenti in 18 Stati USA. Il documento si intitola “In solidarity”, ovviamente della giornata.
Le sorelle, le chiamiamo al femminile per consuetudine, se no dovremmo chiamarle “i sorelli” e suona ancora male in italiano con buona pace della Boldrini, dicono che: “Come religiose cattoliche affermiamo con tutto il cuore che gli individui transgender, non binari e con dubbi di genere sono amati e prediletti da Dio” che evidentemente ai tempi di Sodoma e Gomorra non la pensava allo stesso modo. Quindi le “sorelle” sono diventate anche teologhe e sfornano precetti e dogmi manco fossero il Papa.
Chissà se la stessa sollecitudine al conforto le religiose l’abbiano per Donald Trump o qualche sovranista bianco del Texas, che magari Dio, hai visto mai, ama pure lui, però le fluide cattoliche si guardano bene da uscire dal seminato transgender. Ma le “sore fluide” non si fermano ad una generica dichiarazione, loro insistono e precisano: “Negli Stati Uniti, le persone transgender stanno subendo danni e cancellazioni per colpa delle legislazioni anti Lbgtq in diversi Stati attraverso discriminazione e violenza quotidiana per colpa della retorica dannosa da parte di alcune istituzioni cristiane e dei loro leader, compresa la Chiesa cattolica”.
E qui mostrano anche una bella faccia di bronzo a dire queste cose in piena dittatura dell’ideologia Woke. Pure un “membro non binario”, non si tratta di un elemento di algebra ma di qualche diavoleria linguistica del mondo Lbgtq, ha poi dichiarato: “È ora che le comunità religiose alzino la loro voce contro l’ingiustizia, la violenza e l’esclusione delle persone trans e non binarie”. E questa affermazione è veramente curiosa perché se c’è stato qualcuno che ha aperto al Lgbtq è stato proprio Papa Francesco ed anzi per questo motivo i conservatori cattolici lo attaccano in continuazione.
Ed in effetti non hanno tutti i torti perché la pastorale di Papa Francesco, su questo tema, è stata assai ondivaga e fatta di aperture non concordate con nessuno che hanno generato confusione e sconforto nel gregge che il Pastore deve amorevolmente pascere. Quindi per Francesco dopo il danno la beffa. Non solo le suore trans lo hanno anticipato ma lo accusano anche di averle volute tarpare insieme a tutta la comunità mondiale di quella che è diventata una pericolosa minoranza che insidia la maggioranza che democraticamente detiene il potere.
Ah, una avvertenza per il lettore eterosessuale: da ora in avanti le persone “normali” che nascono maschi o femmine e caratterizzate quindi dai noti attributi sessuali che non riportiamo perché in fascia protetta ma che hanno a che fare con banane e fichi, si chiamano, nel mondo alla rovescia Lbgq, “cisessuali” che, apprendiamo, sarebbe l’opposto di “transessuale”. Studiate, gente studiate che la maggioranza di voi è cisessuale e non lo sapeva.
E nell'occasione, il saggio Yogananda Paramahansa "sforna" una nuova vignetta per Affaritaliani.it (foto in copertina) che rende molto bene l'idea...