Sgarbi, autisti vessati e dipinti nel bagagliaio. "Mi abbandonò in autogrill"

Gli ex collaboratori del sottosegretario allo scoperto: "Capitava di portare quei quadri a persone ricche, anche principi e imprenditori"

Di Redazione Cronache
Vittorio Sgarbi
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Sgarbi, i dipinti a Montecarlo e migliaia di chilometri. La protesta degli autisti sommersi dai debiti

Continua a tenere banco la vicenda che riguarda Vittorio Sgarbi e l'indagine a suo carico per evasione fiscale. Il nuovo capitolo di questo scontro ormai aperto tra il sottosegretario e Il Fatto Quotidiano continua. Il giornale diretto da Travaglio adesso apre il capitolo degli autisti di Sgarbi e li definisce vessati e sfruttati. Una Bmw scura da Roma risale l’Italia. Dietro - riporta Il Fatto - c’è il sottosegretario ai Beni culturali, nel bagagliaio c’è un dipinto. Per l’autista che lo ha caricato era destinato a un facoltoso committente a Montecarlo. È la notte del 14 maggio. Quell’autista guida da 20 ore. Insiste per fermarsi, ma Sgarbi lo lascia lì, in piena notte in autostrada, a 650 km da casa. "Io ho il mio di autista, la mia macchina, mi pago la benzina!", sbraita Vittorio Sgarbi in tv. La verità? Gli autisti Sgarbi non li usa, né li assume: li consuma. E poi li rottama.

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Uno - prosegue Il Fatto - era finito in coma, un altro sotto una montagna di multe. Questo è sparito quel giorno, il giorno in cui Sgarbi diventa sindaco di Arpino (Frosinone), dove però voleva andare a spese del ministero, con auto e conducente che si è fatto autorizzare come "missione istituzionale": riconsegnare ai suoi elettori un dipinto di Francesco Trevisani, "incautamente finito in una stanza degli uffici del Distretto sanitario di Sora". Non chiamateli autisti però, chiamateli “eroi”. Spiega uno di loro: "Il ruolo dell’autista è fondamentale nella vita di Vittorio che è attivo 20 ore su 24 con appuntamenti di ogni tipo in tutta Italia. Una resistenza fisica non indifferente. Pesantissimo in termini di ritmi e chilometri. Vittorio in un mese ne macina 30-40 mila, ma nel mezzo lui dorme, noi no".

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