Soumahoro, don Pupilla: “Attività 'virtuale' sui migranti, avvisai Fratoianni"

Il responsabile della Caritas di San Severo: “Amareggiato per inchiesta, ci accusava di lucrare, è un incendiario"

Cronache

Soumahoro, don Pupilla: “Attività solo 'virtuale' sui migranti, avvisai Fratoianni del rischio autogol”

La polemica che negli ultimi giorni ha coinvolto e sconvolto Aboubakar Soumahoro, leader della Lega dei braccianti eletto deputato a settembre nella lista Verdi-Sinistra, non smette di ampliarsi a macchia d’olio.

"Siamo stati accusati da Soumahoro, la nostra e altre organizzazioni, di lucrare nei campi dei migranti. Sentire questi attacchi e sapere poi dell'inchiesta sulle cooperative gestite dalla moglie e dalla suocera mi ha amareggiato. Il suo atteggiamento è stato per lo meno incoerente": a parlare è don Andrea Pupilla, responsabile della Caritas di San Severo, in relazione soprattutto alla situazione di “Torretta Antonacci”, uno dei ghetti di migranti nella provincia di Foggia, a proposito dell'attività politica e sindacale in Puglia di Soumahoro.

In quest’area, specie negli ultimi tempi, si respira grande tensione e non è facile lavorare, anche grazie a lui - aggiunge don Pupilla con amarezza – Soprattutto perché ci sono dei gruppi che vogliono esercitare un potere e si ergono a portavoce degli altri”. E prosegue: “L'attività di Soumahoro nei campi del foggiano, solo virtuale e tesa ad accendere fuochi, non l'abbiamo denunciata ora. Quando è stato candidato, ho scritto personalmente all'onorevole Fratoianni in privato, dicendogli che stavano facendo un autogol ma naturalmente non mi ha risposto: evidentemente ha prevalso il racconto virtuale del leader di una nuova sinistra. Nel virtuale molte cose sono costruite e artefatte ma poi la realtà è diversa. Noi nella realtà ci siamo da tempo, nel virtuale non ci rifugiamo".

Don Andrea Pupilla su Aboubakar Soumahoro: “Voleva avere un seguito con l’attività virtuale sui migranti”

Soumahoro avrebbe dovuto "collaborare e mediare con le altre organizzazioni e con gli altri sindacati - spiega don Pupilla - perché le condizioni dei campi sono talmente complicate, fango e pioggia d'inverno, caldo asfissiante e aria irrespirabile per i rifiuti d'estate, e il tema è talmente complesso che mi chiedo: ‘dove vai da solo?’”.  "In una situazione del genere – evidenzia don Andrea – trovarsi un blocco di persone che ti gridano ‘Libertà, andate via’ e che ti cacciano mentre stai andando a svolgere l'attività, non è stato confortante. Non abbiamo nessun tornaconto ma siamo stati accusati di lucrare. Certo facciamo dei progetti, sia con la Caritas che con altre istituzioni, che hanno dei costi ma nessuno di noi si è arricchito. Non abbiamo ville e cose del genere".  

"Soumahoro non ha accusato noi direttamente di aver lucrato - precisa - ma lo hanno fatto persone che facevano capo a lui e che poi si sono dissociate, iniziando percorsi autonomi, e con le quali ci siamo scontrati qualche volta e poi riappacificati”. Il sindacalista, secondo don Pupilla, avrebbe agito in maniera del tutto autonoma, attaccando e accusando in modo pesante le altre organizzazioni. “Pur muovendosi in maniera isolata come uomo solo al comando, voleva avere un seguito soprattutto con l'attività virtuale - spiega don Pupilla - ma chi sta là aveva subito soppesato il personaggio”.

Soumahoro, parla don Pupilla: “Personaggio che accende fuochi contro chi sta nel fango”

Secondo don Pupilla si può sperare in una soluzione solo se si mettono "insieme istituzioni, associazioni e persone che lì ci vivono. Invece abbiamo assistito all'arrivo di personaggi come Soumahoro che ogni tanto vengono da fuori e accendono fuochi quando invece ci sono persone che nel fango ci stanno ogni giorno e lui non mi sembra che fosse presente in modo continuo. Le nostre organizzazioni non stanno lì per cercare visibilità, siamo nati qui. Non abbiamo bisogno dei Soumahoro di turno o di chiunque altro che venga da fuori oppure ben vengano ma questi problemi si affrontano insieme e uniti".

Quanto all’inchiesta della Procura di Latina sulla gestione di due cooperative a favore dei migranti da parte dalla moglie e dalla suocera “non entro nel lato giudiziario – precisa don Andrea – perché non ho gli elementi per farlo e non mi interessa nemmeno... ma ci sono dei video dove Soumahoro, da abile comunicatore, urla contro il business della solidarietà. Pensiamo che viviamo in un tempo in cui a mio avviso già molti colpevolizzano chi fa il bene, o in cui si colpevolizzano i poveri. In un periodo del genere chi si erge a paladino dei diritti dei poveri e degli sfruttati non può accusare di fare business chi come noi sta nel fango e nella melma”, conclude don Andrea.

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