Stefano Ricucci, il ritorno del "furbetto del quartierino". Una nuova truffa
Il manager ha approfittato di un ricovero in ospedale per entrare nel pc del curatore fallimentare e modificare le cifre, ha scalato 1,8mln dal debito
Stefano Ricucci, così voleva evitare un fallimento. Ma gli é andata male
Stefano Ricucci, "l'ex furbetto del quartierino", è finito di nuovo nei guai: è accusato di una truffa da 1,8 milioni per evitare il crac della sua società, la Magiste. Sarebbe entrato nel pc del liquidatore approfittando di un suo ricovero per modificare le cifre del concordato. Secondo la Procura di Roma, Ricucci - si legge su La Stampa - avrebbe modificato le cifre della procedura di concordato preventivo per evitare il fallimento della Magiste, la società di cui lui era proprietario, falsificando la firma del liquidatore incaricato. Per farlo, avrebbe approfittato della sua assenza, visto che era ricoverato in ospedale in seguito a una caduta sugli sci, per rubargli la password, entrare nel suo computer e falsificare la firma.
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Dopo aver cambiato la cifra che doveva versare: da un milione e 600 mila a 600 mila euro. Poi ha inviato il nuovo documento ricostruito fittiziamente attraverso la pec aziendale. Le firme - prosegue La Stampa - sono state falsificate anche quattro mesi dopo, nell’atto di cessione stipulato tra la Magiste e la Trader srl, trasformando il credito da 220 mila euro a 100 mila. La truffa orchestrata da Ricucci ammonterebbe in tutto a un milione e 800 mila euro. Tutto risale al suo anno di grazia, il 2016. Cioè, quando i giornalisti andavano a cercarlo e lui allargava le braccia: "Che volete da me? Ho pagato tutti i conti". E se uno insisteva gli diceva: "Lascia stare cosa faccio adesso. Ora voglio solo essere lasciato in pace. Se vuoi scrivere qualcosa dì che faccio il fioraio".