Università, allarme Italia: travolta dal nepotismo e docenti non laureati
Tutte le Istituzioni dello Stato non sono di proprietà di chi ci lavora o le amministra, anche temporaneamente
Università italiane, 191 indagati fra docenti e rettori che usano le cattedre per i propri "fini"
Ancora una volta dobbiamo essere informati che ci sono problemi nelle Università italiane. Non basta avere non laureati diventati “docenti” che insegnano per anni in varie facoltà, è venuto alla luce un nepotismo non nascosto (favoreggiamento di parenti e amici da parte di persone autorevoli, particolarmente nella vita politica o nel settore pubblico dell'economia, al fine di far loro ottenere cariche o uffici) quasi fosse nella prassi ordinaria; sembra anche che vengono assunti in qualità di cattedratici, con bandi ad hoc, che non hanno “titoli”. Ora, abbiamo anche 191 indagati fra docenti e rettori che usano l’Università per i propri fini. La domanda è: perché usi l’università come se fosse tua?
Desidero ricordare che un professore ordinario guadagna tra i 27.000 e gli 80.000 euro l’anno (lo stipendio è pagato con i soldi dello Stato, cioè dai cittadini contribuenti). Dopo avere letto i due libri di Luca Palamara (già Magistrato, già componente del CSM e già presidente dell’A.N.M.) mi chiedo, se il tempo che hanno dedicato è al loro lavoro, oppure visto che ricevono un lauto stipendio, ne hanno approfittano o abusato per fare i loro “giochini”?
Nel nostro Governo abbiamo due persone che conoscono molto bene i meccanismi dell’università e sono: il Prof. Patrizio Bianchi Ministro dell’Istruzione (già Rettore Università di Ferrara 2004/2010); la Prof.ssa Maria Cristina Messa Ministro dell’Università e della Ricerca (già Rettrice 2013/2019).
Un’altra domanda legittima credo sia questa: per caso tutte queste “raccomandazioni” creano nocumento (danno che altera o interrompe la funzionalità o l'efficacia di un fatto naturale) alle persone escluse ed anche allo Stato? Quanti medici, infermieri e personale sanitario sono andati all’estero?
La fuga dei cervelli è da attribuire ai comportamenti “altezzosi” dei professoroni? E’ ammissibile, nel terzo millennio, non rispettare le capacità del singolo individuo? Perché nei simposi si parla tanto di meritocrazia e poi non la si applica? Perché formiamo laureati che portano il loro sapere, e sono poi anche “riconosciuti”, oltre confine?
In Italia abbiamo anche delle leggi che dovrebbero tutelare le persone dai “cattivi maestri” e cioè: dispositivo dell'art. 353 bis Codice Penale.
"Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque con violenza o minaccia, o con doni, promesse, collusioni o altri mezzi fraudolenti, turba il procedimento amministrativo diretto a stabilire il contenuto del bando o di altro atto equipollente al fine di condizionare le modalità di scelta del contraente da parte della pubblica amministrazione è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni e con la multa da euro 103 a euro 1.032".
Sarebbe lecito, in presenza di una condanna definitiva, chiederne anche il licenziamento e l’interdizione dai pubblici uffici? Tutte le Istituzioni dello Stato non sono di proprietà di chi ci lavora o le amministra, anche temporaneamente, e se non si d’accordo esistono due strade: dimettersi; aprire una partita I.V.A.