Uomo nudo a San Pietro: si riapre il discorso sulla legge Basaglia
Vaticano, uomo nudo sull'altare maggiore della basilica di San Pietro. Questo nuovo episodio riapre il discorso della legge Basaglia sulla chiusura dei manicomi
Uomo nudo a San Pietro in Vaticano
Ieri, poco prima della chiusura, un uomo è salito sull’altare maggiore di San Pietro ed ha cominciato a spogliarsi, fino a restare completamente nudo. Nonostante l’orario tardo, all’interno della Basilica c’erano ancora numerosi visitatori a cui non è sfuggita la scena e che si sono precipitati a riprendere tutto e poi a immetterlo in Rete sul canale Telegram “Welcome to Favelas”, che si occupa particolarmente di Roma e dell’Italia. Nel frattempo sono passati diversi minuti mentre l’uomo, alto e ben piantato, si è piazzato al centro dell’altare e si è posto in una posizione di massima visibilità, provocando l’arrivo di una folla di fedeli. Solo dopo un po’ di tempo sono accorsi i gendarmi di guardia che lo hanno preso e condotto negli uffici interni dove è stato subito interrogato. Da quanto si apprende si tratta di uno squilibrato con forti problemi depressivi che ha messo in atto il gesto per protestare sui bombardamenti in ucraina.
Vaticano, uomo nudo sull'altare maggiore della basilica di San Pietro - il discorso della legge Basaglia sulla chiusura dei manicomi
Questo nuovo episodio riapre il discorso della legge Basaglia sulla chiusura dei manicomi che ha prodotto e produce ancora danni alla società, accentuati, come proprio quest’ultimo episodio dimostra, dal fatto che ora gli squilibrati sanno di poter godere di un pubblico potenzialmente immenso e universale grazie ad Internet. Recentemente la psichiatra pisana Barbara Capovani è stata aggredita ed uccisa da un suo ex paziente. L’omicidio, particolarmente efferato, ha destato allarme nella pubblica opinione e negli operatori sanitari che hanno richiesto maggiori tutele. Il compagno della psichiatra ha dichiarato che è colpa della legge Basaglia se questi fatti avvengono con preoccupante regolarità.
Alla luce di quanto accaduto in tutti questi anni possiamo affermare che uno dei danni più duraturi che la sinistra ha apportato alla società italiana è stata proprio la legge Basaglia e cioè la legge 180 del 1978, che prevedeva la chiusura dei manicomi, anche criminali. Franco Basaglia è stato uno psichiatra veneziano, operante a Gorizia, fondatore di Psichiatria Democratica (già il nome è un obbrobrio ed un programma ideologico). Purtroppo Basaglia inquinò la medicina con la filosofia e specificatamente l'esistenzialismo sartriano di stampo comunista. Inquinò il positivismo medico con concetti ambigui e pericolosi in campo psichiatrico cercando un approccio “umano” con il "matto" generando però una serie di guai di cui vediamo quotidianamente ancora gli effetti. Il leghista Edoardo Ziello ha proposto di riaprire i manicomi e non è impensabile che si possa fare durante questa legislatura, visto che si è ancora agli inizi.
Parimenti, c’è tutto un movimento che addirittura vorrebbe abolire anche il Trattamento Sanitario Obbligatorio, conosciuto come TSO che attualmente è l’unico presidio contro che è pericoloso per sé e per gli altri. L’episodio di San Pietro è particolarmente emblematico del peggioramento della situazione con l’arrivo del caldo, come del resto avviene ogni anno. Con l’approssimarsi dell’estate le persone psichicamente soffrenti peggiorano, lo dicono le statistiche mondiali, e manifestano episodi sempre più aggressivi e pericolosi. I CIM, i Centri di Igiene Mentale, sono insufficienti e mal equipaggiati a gestire quella che sempre più ha le caratteristiche di una emergenza sociale.
La legge Basaglia infatti, abolisce i manicomi ma scarica sulle famiglie l’onere del controllo e della cura. Onere che deve invece gravare sullo Stato e non sulla Società che non ha né i mezzi tecnici, né la preparazione e né le possibilità economiche di svolgere quello che è un vero e proprio lavoro di supplenza.