Veleno nelle penne al salmone, la mamma: "Voglio riabbracciare mio figlio"

La donna: "Voleva uccidere anche me, ci è riuscito solo con il suo patrigno. Ma il giorno in cui si pentirà veramente lo perdonerò. Mi manca"

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Bologna, veleno nelle penne al salmone: "Voleva uccidermi, ma..."

Alessandro Leon Asoli, il 21enne che in provincia di Bologna ha ucciso il suo patrigno avvelenandolo con il nitrato di sodio mischiato alle penne al salmone e ha cercato di fare altrettanto con la madre, al processo di Appello ha ammesso tutto: "Sono stato io". Un gesto che Monica Marchioni, la donna sopravvissuta solo per non aver finito il piatto che aveva un retrogusto di ammoniaca, non si aspettava e che ora nonostante il figlio avesse tentato di uccidere anche lei, cercando di soffocarla e farle bere il veleno, ora tentenna: "So che è un assassino, ma se lui un giorno dovesse pentirsi veramente - spiega la donna a Repubblica - lo riabbraccerei, perché mi manca tantissimo. La donna ripercorre quei tragici momenti: "Prima avevo come l’immagine che non fosse stato lui, anche se sapevo che era così, ma lo chiamavo “il ragazzo”. Invece ho dovuto accettare la realtà: era proprio mio figlio quella notte. Non era “il ragazzo”. Era mio figlio".

"Dopo quel tragico episodio - prosegue Monica Marchioni a Repubblica - l'ho rivisto solo due volte, in tribunale. La prima, lui non mi ha vista. La seconda, invece, i nostri sguardi si sono incrociati. E l'istinto è stato quello di abbracciarlo. Forte, fortissimo. Ho avuto un malore, perché volevo stringerlo ma sapevo che non era neanche giusto, soprattutto in quel momento in cui la vittima che era in me era ben più forte della mamma. Adesso è una lotta tremenda, perché lui ha commesso un delitto assurdo, violento, premeditato, non ha agito d’impulso. E lo ha fatto solo per i soldi, per l’eredità. Io quegli occhi non me li dimentico. Se un giorno sapessi che si è pentito realmente, forse la prima cosa che farei sarebbe abbracciarlo. Perché mi manca tantissimo. Mi manca sentire il suo odore".

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