Visibilia, Santanchè nuovi guai: un secondo dipendente in Cig a sua insaputa
La procura contesta le garanzie della ministra per evitare il fallimento. "Dolosa manipolazione del bilancio" anche dopo la morte di Luca Ruffino. Le indagini
Visibilia, i soci: "Qui comanda ancora Santanchè". La doppia indagine sui conti e sul suicidio di Luca Ruffino
La Procura di Milano continua ad indagare sul suicidio di Luca Ruffino, il presidente di Visibilia che si è tolto la vita dopo aver acquistato un enorme quantità di azioni societarie, una morte misteriosa a cui i pm cercano di dare un senso per capire se ci sia un collegamento tra il gesto estremo e i suoi affari con il gruppo fondato dalla ministra Santanchè e poi finito al centro di un'inchiesta giudiziaria. I soci - si legge su Repubblica - sostengono che l’azienda sia ancora in mano alla ministra e che anche dopo la morte di Luca Ruffino prosegua la "dolosa manipolazione del bilancio". Per questo chiedono che sia nominato un amministratore giudiziario per la società editrice. E intanto spunta un altro dipendente in cassa integrazione a sua insaputa.
Mentre l’Inps smentisce l’esponente del governo Meloni su Federica Bottiglione, la prima a denunciare la Cig "involontaria": la sua posizione non è mai stata regolarizzata. A differenza di quello che aveva detto Santanchè in Parlamento. Intanto rischia anche il compagno Dimitri Kunz: secondo alcune conversazioni con i dipendenti sapeva della truffa. La Procura chiede quindi l’azione di responsabilità anche nei confronti degli attuali amministratori. E contesta le garanzie date da Santanchè per ripagare i debiti di 1,6 milioni di euro.
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Nel procedimento civile aperto dopo la denuncia dei piccoli azionisti - prosegue Repubblica - i pm hanno consegnato nuovi atti. Secondo i magistrati all’interno di Visibilia "permangono le gravi irregolarità nella gestione da parte degli amministratori". Sotto la lente della procura in particolare c’è la relazione semestrale del 2023 e il bilancio 2022. Che non tiene conto della necessità di svalutazione integrale per 3,8 milioni di euro. La procura contesta anche le garanzie di Santanchè: "Non risultano essere state chieste dal gruppo garanzie reali né tantomeno fideiussorie". Poi c’è la cassa integrazione Covid a complicare ulteriormente il quadro.