Economia

Usa, il superdollaro si rivaluta sull’euro del 5% in soli due mesi

di Daniele Rosa

Cause, previsioni, vantaggi e svantaggi di un euro più leggero. Gli errori della Bce

Usa, il dollaro si rafforza sull'euro del 5% in soli due mesi

5% di valore in meno in due mesi, da metà luglio: è quanto ha perso l’euro nel confronti del dollaro americano. Dollaro che ora viene scambiato a 1,07. Era difficile vedere l’euro scendere sotto 1,1 e solo un anno fa il biglietto verde aveva superato l’euro dopo quasi 20 anni. Quali le cause e le previsioni? Causa principe è la recessione che incombe sulla zona euro come ha confermato l’ultimo G20. Il rischio di superfrenata dell’economia europea è sempre più evidente. E la Germania, in piena recessione tecnica ne è una chiara dimostrazione. La forchetta economica tra Usa ed Europa si sta allargando. Inoltre mentre gli europei stentano a contenere l’inflazione (in frenata ma mai sotto la soglia del 5%) gli americani sono già intorno al 3% riguardo agli aumenti dei prezzi e , soprattutto, la loro economia va a gonfie vele. Questa due differenti realtà porteranno chiaramente a due decisioni diverse delle banche centrali riguardo i prossimi rialzi dei tassi.

Usa, la Fed potrebbe fare una pausa ai rialzi dei tassi nella prossima riunione 

Tutti gli osservatori infatti sono convinti che la Federal Reserve farà una pausa nel trend rialzista mentre non sono affatto convinti che la BCE adotterà la medesima strategia. Nella battaglia valutaria per contenere l’inflazione la partita sembra essere stata vinta dal dollaro sull’euro. Già un anno fa Jerome Powell , presidente della Fed, aveva cominciato a muoversi per frenare l’inflazione. Al tempo stesso invece la BCE definiva il problema temporaneo e facilmente risolvibile. Il primo aumento della Fed è stato nel marzo 2022 mentre Christine Lagarde lo ha annunciato ben quattro mesi dopo. Il vantaggio temporale di 120 giorni ha sicuramente favorito la divisa americana su tutti i mercati. Mentre il dollaro si rafforzava le altre monete, dall’euro, allo yen giapponese, alla sterlina e allo yuan cinese, si indebolivano. Il ricordo dell’euro a 1,59 contro il dollaro è davvero ormai lontano. E’ abbastanza normale che a fronte di aumenti dei tassi le monete locali si apprezzino sul mercato dei cambi ( titoli di stato e obbligazioni più attrattive). Ma l’Europa ancora non è riuscita a  ritornare alla normalità. E questo è dovuto anche ad altre cause, in primis la guerra in Ucraina, la mancanza di grado, la siccità, tutti aspetti che hanno fatto prevedere a Bruxelles una crescita per l’anno in corso di solo l’0,8%.

Usa, un mercato del lavoro in forte crescita

Ben diversa è la situazione in Usa.Il mercato del lavoro americano è forte come non mai, la disoccupazione praticamente è a livelli inesistenti, gli stipendi superano l’inflazione e i consumi hanno il vento in poppa. Se nella prossima riunione la Fed deciderà (abbastanza improbabile) di aumentare i tassi, l’euro si deprezzerà ancora di più. E questo fino a quando? Sono in molti a pensare che succederà solo quando il mercato a stelle e strisce non mostrerà debolezza. Nel mercato europeo, nonostante un mercato del lavoro accettabile (ma con stipendi in media sotto l’inflazione) e un tasso di disoccupazione ai minimi storici (6,4%), l’inflazione resta ancora a livelli di guardia. Inflazione trascinata  dai prodotti alimentari, dai servizi e dai settori industriali non energetici. Una media del 5,5%.

Senza contare lo spettro del costo del petrolio che in questa settimana ha toccato i 90 dollari al barile. Che farà allora la Bce? I pareri sono contrastanti. Alcuni osservatori stimano che potere prendere una pausa ai rialzi perchè in caso contrario potrebbero mettere in ulteriore difficoltà la Germania, locomotiva dell’intera zona euro. Vale la pena ricordare che l’Europa importa i prodotti energetici pagandoli in dollari e se il biglietto verde è sempre più forte i consumatori europei ne pagano le conseguenze, in primis alla pompa di benzina. Fortunatamente però la svalutazione ha anche alcuni vantaggi perchè l’export diventa subito più attraente e le imprese europee ottengono più euro rimpatriando i profitti o ricevendo i dividendi delle sue filiali estere. Ultimo ma non meno importante una moneta più leggera attira milioni di turisti e questo per tanti paesi , Italia in testa non è che un grande vantaggio.