Politica
Meloni nell'angolo. La lite Ue Salvini-Tajani rovina i piani della premier
In Fratelli d'Italia sanno che alla fine il Ppe tornerà con il Pse e i liberali
Ppe, Conservatori e Riformisti di ECR e liberali da soli al 99,99% non avranno i numeri per governare senza la destra salvian-lepenista
Ormai la contrapposizione è netta, radicale, insanabile. Matteo Salvini invita Marine Le Pen domenica prossima sul prato di Pontida e rilancia l'idea del Centrodestra a tre anime anche in Europa. Antonio Tajani ribadisce con forza mai con Le Pen e Afd, l'estrema destra tedesca alleata del Carroccio. In mezzo la premier che vede così sfumare il suo sogno di dare una svolta alle istituzioni europee con il voto del giugno 2024 e comandare anche Bruxelles.
Manfred Weber e Roberta Metsola - i due principali esponenti del Partito Popolare Europeo - hanno detto in modo esplicito che è meglio la vecchia intesa con la sinistra del Pse e i liberali (lo schema Ursula) che allearsi con le destre. Giorgia Meloni, che aveva istaurato un dialogo e un rapporto con Weber da presidente dei Conservatori e Riformisti, ora è finita nell'angolo.
Da Fratelli d'Italia bocche cucite, nessuno si schiera nella disputa Salvini-Tajani e tutti rispondono "aspettiamo di contare i voti e poi vedremo". Ma Ppe, Conservatori e Riformisti di ECR e liberali da soli al 99,99% non avranno i numeri per governare senza la destra salvian-lepenista. Non solo, in ECR ci sono gli spagnoli di Vox che i Popolari non vogliono assolutamente. E così Meloni, che puntava a ribaltare gli equilibri politici del potere a Bruxelles e a Strasburgo, resta un pugno di mosche. Dopo le Europee, si tornerà alla maggioranza Ursula con Ppe, Pse e liberali di Macron. La Lega non avrà problemi a restare all'opposizione (anzi, le farà pure gioco elettoralmente) ma per la presidente del Consiglio che deve gestire molte partite con l'Unione europea sarà un grosso, grosso problema. Ma i fatti sono questi e anche in FdI sanno bene che lo scenario è questo.