Xylella, allarme per il ceppo che attacca la vite: ora infesta l'Europa

Il sottogruppo "fastidiosa" del batterio che ha messo in ginocchio la Puglia e i suoi ulivi secolari ora minaccia la vite. Dal Portogallo è allarme per l'Europa

Di Redazione Cronache
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Xylella, la variante "fastidiosa" fa tremare l'Europa: a rischio la vite italiana

L’incubo degli agricoltori italiani è tornato. Il batterio invasivo Xylella è ormai un nemico conosciuto che infesta da dieci anni gli ulivi secolari del Tavoliere mettendo in ginocchio i produttori del pregiato olio extravergine. Ora un nuovo sottogruppo del temibile patogeno minaccia la vite, tra le colture più redditizie dell’economia nostrana fiore all’occhiello del Made in Italy nel mondo.

A causa della Xylella fastidiosa le piante di vite si ammalano della malattia di Pierce, che storicamente rappresenta un grave problema per i viticoltori di Stati Uniti e America del Sud, ma non solo. La notizia delle ultime ore infatti è che il pericoloso ceppo del batterio abbia infettato i vitigni portoghesi e questo mette seriamente in allarme gli agricoltori italiani, ora che “il passo è breve”.

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Come riporta l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa), la Xylella fastidiosa colonizza la rete xylematica all'interno delle piante. La principale funzione dei vasi xylematici è quella di trasportare l'acqua dalle radici alle foglie per cui, quando i batteri colonizzano la pianta, i vasi xylematici si intasano causando la morte della pianta infestata.

A piegare le coltivazioni pugliesi nel 2013 fu la sottospecie Xyella fastidiosa pauca, in grado di contagiare le piante di agrumi e a questa si aggiunge poi la variante multiplex che attacca gli alberi di pesco, susino, mandorlo, acero, ciliegio ed erba medica. Per questo motivo è scattata l’allerta nei servizi fitosanitari di mezza Europa. 

Xylella fastidiosa, come si trasmette la malattia alle piante 

Il veicolo di trasmissione sono i cosiddetti "vettori". In Italia l’unica specie confermata come responsabile dell’infezione da una pianta all’altra è la mosca sputacchina (Philaenus spumarius), a differenza degli Stati Uniti, in cui la sottospecie fastidiosa si propaga tramite la cicalina Homalodisca vitripennis, non presente però in Europa.

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Al momento i ricercatori stanno cercando di capire se e quali insetti presenti nel Vecchio Continente possano essere vettori del batterio e quindi mezzo di diffusione da vite a vite. Quel che è dato sapere finora è che un insetto che si nutre dallo xilema può entrare in contatto con il batterio, ma questo non significa che il microrganismo sia in grado di sopravvivere nell'insetto e di essere rilasciato efficacemente in un'altra pianta ospite.

La minaccia è gravissima, le conseguenze potenzialmente disastrose e ora che il nemico è dietro l’angolo sarà necessario un dispiegamento di forze ingente per scoprire nel più breve tempo possibile le tecniche di contenimento più efficaci contro il patogeno.

 

 

 

 

 

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