Dopo Erin Doom ecco Kira Shell: scrittrici misteriose allo scoperto

La nota autrice romance sotto pseudonimo ha scelto di mostrarsi per la prima volta in occasione del Salone del libro di Torino

di Redazione cultura
Kira Shell
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Chi è Kira Shell, l'autrice che ha svelato la sua identità al Salone del Libro di Torino

Due nomi del romance contemporaneo italiano si sono svelate, a distanza di una settimana l'una dall'altra. Prima Erin Doom, che si è mostrata a "Che tempo che fa" in occasione dell’uscita del nuovo romanzo (Stigma, Magazzini Salani) - di cui abbiamo già parlato qui -, adesso Kira Shell, durante la quarta giornata del Salone del Libro di Torino, domenica 21 maggio. Entrambe giovanissime e amatissime dalle piattaforme social che le hanno incoronate a promesse dello storytelling, hanno pubblicato più di un romanzo sotto pseudonimo. Così come Erin Doom, anche Kira Shell è italianissima, nonostante la scelta dei nomi anglofoni. Il suo nome è Valeria, ma resta ignoto il cognome. Vediamo meglio chi è.

Kira Shell

30 anni, di origine pugliese, Valeria ha ripercorso insieme ai suoi lettori nell'affollato incontro al Salone come i suoi primi romanzi pubblicati sulla piattaforma Wattpad siano poi sbarcati in libreria, ottenendo un grande successo. Grazie alle due saghe "Kiss me like you love me" e "Meet Efrem Krugher", che hanno venduto oltre 600mila copie, Kira Shell ha conquistato le classifiche, i lettori e i social. La storia di "Kiss me like you love me" è nata nel 2017 su Wattpad, dove ha ottenuto 6 milioni di visualizzazioni, poi autopubblicata su Amazon e in seguito è arrivata in libreria a fine 2019 pubblicata da Sperling & Kupfer. "Meet Efrem Krugher", la seconda saga scritta dalla Shell, ne ha decretato l'affermazione. Il suo genere è quello del dark romance, una sorta di romanzo rosa dalle tinte forti (anche erotiche) che richiama il genere del dark americano; tuttavia, a differenza di quest'ultimo, è più “leggero” e presenta sfumature più psicologiche.

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La decisione di Kira Shell di rivelare la sua identità era già stata annunciata settimane fa sui suoi profili social, nonchè in un'intervista a Repubblica. “Andrò al Salone del libro e ci metterò la faccia. Ma niente nome, non lo rivelerò. E se qualcuno che vive dalle mie parti mi riconoscerà in foto negherò tutto: quella domenica non ero a Torino, dirò, ma a casa mia a bermi una tisana…”, aveva anticipato l'autrice, aggiungendo: “Vengo da un contesto umile del Sud, papà lavoratore in azienda, mamma casalinga. Lo dico perché non sono una che ha avuto tutte le porte aperte, la laurea l’ho ottenuta solo grazie al mio impegno. Mi sono dovuta rimboccare le maniche: del resto sono una secchioncella per natura”.

Nel corso della kermesse lettararia, Valeria ha avuto modo di spiegare anche il motivo della scelta dell'anonimato, mantenuto fino a oggi: tutelare la sua privacy e dare priorità ai suoi libri e non alla sua immagine. Ma l'obiettivo, per l'autrice pugliese, era soprattutto quello di tenere separato l'ambito creativo dalla sua professione. Dopo essersi laureata in giurisprudenza, infatti, Valeria ha fatto pratica da avvocato e ora ha in programma di intraprendere la carriera in magistratura. Un storia che ricorda, ancora una volta, quella di Erin Doom, anche lei trentenne e impegnata in una professione giuridica.

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