Codice appalti, Lega: "Frasi gravi, Busia deve lasciare l'Anac”. Poi frena

Botta e risposta tra il presidente dell'Autorità anticorruzione e il ministro Salvini; poi il chiarimento tra i due

di redazione politica
Economia

Codice Appalti, le paure di Anac e Cgil: "Meno qualità nei lavori"

All’indomani dell’approvazione in Consiglio dei ministri del nuovo Codice degli Appalti, si è innescata una polemica senza fine tra il partito della Lega, in particolare e l’Autorità nazionale anti-corruzione. La norma al centro delle critiche prevede che circa il 98% dei lavori pubblici si assegnino senza gara, per velocizzare tutte le procedure.

Il numero uno dell’Anac, Giuseppe Busia, in una intervista a Repubblica aveva criticato le nuove norme, denunciando che il nuovo codice voluto dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini “ha anche elementi negativi, a cominciare dal sacrificio della trasparenza. È giusta l’enfasi sui tempi - troppo lunghi - ma procedere per affidamento diretto non è la strada: rischia di escludere le imprese migliori, danneggiando la Pubblica amministrazione, le aziende e i cittadini”. Secondo Busia, poichè secondo le nuove norme tutte le gare sotto i 5 milioni di euro potranno essere assegnate senza avviso pubblico, c'è il rischio che i Comuni affidino i lavori all’amico. “Vedo il rischio - aveva aggiunto Busia - specie per gli affidamenti diretti sotto i 140 mila euro, dall’acquisto delle sedie ai lavori per imbiancare la scuola. Potrebbero essere chiamate le persone più vicine al dirigente, al sindaco o all’assessore. E ridurre la trasparenza aumenta i rischi corruttivi, specie ora che le risorse sono tante”.

Codice appalti, la Lega: "Frasi gravi. Il presidente Busia lasci l'Anac"

Come ricostruisce l’Agi, netta era stata la replica di via Bellerio: "Gravi, inqualificabili e disinformate dichiarazioni del presidente Busia sul Codice Salvini - secondo Stefano Locatelli, responsabile Enti Locali della Lega - se parla così di migliaia di sindaci e pensa che siano tutti corrotti, non può stare più in quel ruolo. Busia ha dei compiti di controllo, invece certifica di essere prevenuto, non neutrale e quindi non credibile". 


Codice appalti, dopo l’attacco della Lega arriva il chiarimento di Busia

Dopo le parole di Locatelli, seguite da una serie di dichiarazioni dello stesso tenore di altri esponenti del Carroccio riferite in particolare alle parole sui rischi nell'assegnazioni dei lavori, Busia ha precisato a “L’Aria che tira” su La7: "Amministratori corrotti? No, nel modo più assoluto. I sindaci, soprattutto nei piccoli comuni, oggi sono degli eroi. Svolgono una funzione essenziale, importantissima, pagati pochissimo e si assumono grandi responsabilità". E ancora: “Verso i sindaci Anac nutre solo ammirazione come pure verso i funzionari pubblici. Sono persone nella stragrande maggioranza che servono l’istituzione e lavorano per fare bene. La fiducia che Anac dà ai sindaci è piena". 

A difesa del numero uno dell'autorità anticorruzione si era schierato il Pd, che con il capogruppo al Senato, Francesco Boccia, parlando di "gravi attacchi" della Lega e aggiunge che "la colpa di Busia è solo quella di denunciare con forza le criticità del nuovo codice appalti. Dietro la richiesta della velocizzazione si nasconde l'abbassamento della qualità dei lavori e il rischio sempre più forte di infiltrazioni ancora più massiccie della criminalità organizzata. La destra sappia che le preoccupazioni di Busia sono le nostre".

Codice appalti, Busia e la Lega arrivano a un chiarimento

Infine, dopo le dichiarazioni di Busia, anche la Lega ha ammorbidito i toni. Fonti del ministero delle Infrastrutture parlano di “grande soddisfazione e sollievo per l’evidente correzione di rotta del Presidente Anac, Busia, che ora ha definito i sindaci eroi da ammirare”. I contatti tra Salvini e Busia “non sono mai venuti meno, nemmeno nelle ultime ore. Il Ministro non si sottrae al confronto costruttivo per il bene del Paese e al fianco degli Amministratori Locali”. Le durissime reazioni della Lega “evidentemente, sono servite per un chiarimento” concludono le stesse fonti.

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