Caso Rai Tg1 e crisi energetica, altro che società liquida: è un mondo di gas

"Tra rubli da convertire e intercettazioni pericolose tutto diventa burla, la battuta permea l'opinione pubblica e contamina gli ultimi barlumi di decenza"

L'opinione di Maurizio De Caro
Flatulenze Rai
Economia
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Dal caso Rai stile Lino Banfi ai rubli di Putin: l'analisi  

Neppure nel mondo pecoreccio della commedia scollacciata anni settanta avremmo immaginato di leggere quanto ci viene riportato dalle preziose stanze della tivvù di Stato, tra sorrisini, ammiccamenti, colpi di gomito e problemi gastroenterici.

Siamo oltre Lino Banfi, Alvaro Vitali, Bombolo e Enzo Cannavale: una giornalista denuncia l’attacco chimico di un collega alla sua attività quotidiana e trasforma questa costante attività meteorica, in molestie non inferiori a quelle di cui da sempre si favoleggia, sui tavoli, sui divani e nei bagni dell’immenso Moloch che staziona tra via Teulada, Saxa Rubra e altri mille indirizzi.

Ma che questa orribile - ma naturale - attività umana potesse diventare argomento di dibattito denota la necessità tutta italiota di continuare a rimpiangere quei filmetti anni settanta che hanno forgiato il carattere di un popolo che ancora si riconosce in quelle facce e purtroppo in quei suoni cacofonici. Se non fosse la solita dannata nostra educazione all’avanspettacolo non ci soffermeremo, così come l’argomento gas è molto più serio e centrale nella discussione scomposta peggio di una gigantesca flatulenza di questi mesi.

Tra rubli da convertire e intercettazioni pericolose anche in questa seria denuncia, che addirittura svela mondi scivolosi e pericolosissimi, tutto diventa burla, perché la battuta dei soliti comici spompati da una realtà che li sovrasta, domina, permea l’opinione pubblica, e contamina gli ultimi scampoli di decenza di questo Paesello.

Siamo sempre unici, soprattutto nello squallore prima che nella costruzione delle Lamborghini, quella stanza rappresenta la condizione umana diffusa in questo paese dove niente è credibile proprio perché tutto, è così vero che non abbiamo motivo per non crederci.

Il servizio pubblico spazia tra eccellenze, connivenze, convenienze e spartizioni, come dai bei tempi cripto-democristiani, e ogni tanto lo sfogo della poveretta di turno fa parte del gioco di compensazioni che il sistema si da, esattamente come l’Eni, gigante dello Stato e Stato esso stesso, che non deve rispondere a nessuno perchè come la bullizzata del TG!, “così va il mondo”, in questa piccola parte del pianeta.

Non c’è niente di serio in tutto questo, perché il surrealismo (di alto livello e di basso livello) non è merce dell’arte moderna, povero Dalì, ma alligna saldamente nelle stanze belle e damascate di qualsiasi forma di potere che ormai deve solo ripetere il motto che neppure Pasolini avrebbe potuto inventare: “Io non c’ero e se c’ero dormivo”.

Bonificare, nei due sensi, non cambierà l’aria, tutto in questo paese dipende, come dicevano gli antichi perché tutto fa parte di un gioco più grande dove nessuno è in grado, anche marginalmente di dare un senso, figuriamoci di spiegare.

Il riscaldamento è dunque assicurato e siamo riusciti nella doppia piroetta (siamo i più grandi ballerini della politica mondiale) a essere servi/sodali degli Usa e compiacenti con la Russia, inviando naturalmente aiuti militari all’Ucraina, nonostante il Parlamento e la Costituzione lo impediscano.

Dunque meglio distogliere l’attenzione verso altre forme di vessazioni, anche perché dietro il più stupido degli eventi naturalmente si nasconde qualcosa che solo velatamente riusciamo a intravedere, ma è come cercare la verità in un talk di Mario Giordano.

Siamo maestri del chiaroscuro, siamo maestri della dissimulazione, sappiamo perfettamente che il livello di sopportazione è unico e non basterà aprire una finestra per fare entrare dell’aria pulita, l’inquinamento ambientale interno ed esterno non ci darà tregua. Per l’eternità.

 

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