Country Garden salva (per ora) dal default. L'immobiliare cinese trema ancora
Il primo colosso privato di Pechino ottiene la dilazione dei pagamenti, ma il settore continua ad annaspare
Boccata d'ossigeno per l'immobiliare cinese: ok alla dilazione dei pagamenti per Country Garden
L'immobiliare cinese esce prova a tirare fuori la testa dall'acqua, ma resta comunque in apnea. Certo, in tempi di crisi anche un piccolo segnale di fiducia può fare miracoli. E' quanto arriva da Country Garden, uil più grande sviluppatore immobiliare privato cinese, che dopo giorni di trattative frenetiche è riuscito a ottenere l'approvazione dei suoi creditori per estendere di tre anni i rimborsi di sei obbligazioni onshore.
La notizia positiva è arrivata relativamente a sorpresa, visto il macigno da 200 miliardi di passività che il colosso cinese ha accumulato. Ma dopo essere riuscito a pagare alcune piccole obbligazioni la scorsa settimana, i creditori onshore di Country Garden hanno deciso di provare a fidarsi e di votare a favore delle proposte del costruttore in difficoltà di estendere di tre anni i rimborsi di otto obbligazioni onshore per un valore di 10,8 miliardi di yuan (1,48 miliardi di dollari).
Nella votazione, che si è conclusa lunedì, i creditori hanno approvato la proroga di sei delle otto obbligazioni. Sulle altre due si sta ancora concludendo la fase decisionale, ma l'esito dovrebbe essere lo stesso. Non a caso, il titolo di Country Garden è subito schizzato del 10% in borsa. Consolazione magra, se si pensa che dall'inizio dell'anno le azioni della società hanno perso circa il 60%, ma di questi tempi è molto meglio che niente.
La tregua degli obbligazionisti è arrivata mentre gli investitori stanno valutando attentamente se le ultime misure di stimolo del governo cinese, tra cui la riduzione dei tassi ipotecari esistenti e l'offerta di prestiti agevolati per l'acquisto della prima casa nelle grandi città, possano essere sufficienti a ripristinare la fiducia dei consumatori e a gettare i semi per un'eventuale ripresa del mercato immobiliare. Difficile l'azione di Pechino sia davvero abbastanza, ma i creditori sono certi che Country Garden sia una storia diversa da quella di Evergrande, colpita anche dalle politiche decise da Xi Jinping per ridurre l'esposizione debitoria del settore.
La crisi immobiliare cinese ha già causato l'insolvenza di decine di costruttori. Il rischio è quello di una reazione a catena sulla mastodontica galassia dei fondi fiduciari, profondamente intrecciati al settore immobiliare. Nonostante stiano provando a ridurla, alla fine del primo trimestre i trust avevano ancora l'equivalente di circa 155 miliardi di dollari di esposizione. Il contagio sembra aver già intaccato uno dei principali attori del cosiddetto sistema bancario ombra: Zhongrong International Trust, che ha circa 108 miliardi di dollari di asset in gestione e molti finanziamenti a società immobiliari ora in difficoltà.
L'a stessa Country Garden resta comunque con 108,7 miliardi di yuan (14,9 miliardi di dollari) di debiti in scadenza entro 12 mesi, segnala Reuters, mentre il suo livello di liquidità è di circa 101,1 miliardi di yuan a fine giugno, secondo il bilancio intermedio della società. E sul mercato obbligazionario offshore, Country Garden ha almeno cinque pagamenti di cedole in scadenza questo mese, tra cui due cedole relativamente consistenti di obbligazioni in dollari del valore di 15 milioni di dollari in scadenza il 17 settembre e di 40 milioni di dollari il 27 settembre, ciascuna con un periodo di grazia di 30 giorni.
Da gennaio a giugno, Country Garden ha venduto case per un valore di 185,10 miliardi di yuan, quasi il 40% in meno rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. La società non ha distribuito alcun dividendo per i primi sei mesi, dopo aver pagato 20,98 centesimi per azione come acconto l'anno scorso. Il mese scorso, migliaia di acquirenti di case hanno attuato un boicottaggio dei mutui, aggravando la crisi. Da Country Garden arriva la speranza di qualche segnale di miglioramento.