D'Alema e le armi alla Colombia. Spunta anche la massoneria tra gli sponsor
La sigla coinvolta nell'affare millantava legami con l'Assemblea del Mediterraneo. E tra i partner aveva la Gran Loggia d'Italia
D'Alema e le armi alla Colombia. Un broker: Adesso basta, denuncio"
Continua a tenere banco la vicenda del tentativo di vendita di armi da guerra da parte di Massimo D'Alema e del suo gruppo di lavoro alla Colombia. Un affare che avrebbe fruttato secondo le stime dell'ex premier "un guadagno solo per le commissioni pari a circa 80 milioni". Tra i mediatori con il governo sudamericano - si legge sulla Verità - non c'era solo un ex paramilitare condannato a 40 anni di galera per i crimini commessi, ma spunta anche un legame con la massoneria. La sigla coinvolta nell'affare, infatti, millantava una vicinanza con l'Assemblea del Mediterraneo e tra gli sponsor aveva anche la Gran Loggia d'Italia.
I broker - prosegue la Verità - che avrebbero dovuto fare da consulenti ai mediatori americani, sono stati denunciati dall'Assemblea parlamentare del Mediterraneo per l'utilizzo di lettere di patrocinio mai concesso. "Io - spiega il broker Francesco Amato - non ho mai parlato con le partecipate italiane, ma solo con Mazzotta e con il presidente D'Alema. Tutte le comunicazioni sono con lui e i suoi collaboratori, che mi hanno truffato facendomi aspettare contratti che mai sarebbero arrivati. Però dei suoi uomini (dell'ex premier ndr) che parlano con gente delle partecipate senza aver nessun titolo in riunioni militari e tecniche non si dice nulla. La sponsorizzazione della massoneria? Non so nulla".