Ecofin, fumata nera sulla minimum tax: il veto di Orban blocca il via libera

L'Ungheria di Orban pone il veto sulla tassazione minima per le multinazionali. "Con la guerra in corso provocherebbe uno choc economico"

Economia
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Ecofin, l'euro sarà la moneta croata a partire dal 2023. Via libera anche al Pnrr della Polonia 

Fumata nera sulla minimum tax per le multinazionali, la Croazia entra nell'euro nel 2023 e c'è l'ok per il Pnrr polacco: nell'Ecofin di oggi sono stati tanti i temi presi in esame. Primo fra tutti il veto dell'Ungheria di Orban sulla tassazione minima, che ha di fatto stroncato le speranze e il pressing della Francia di raggiungere a livello di Ue un accordo sull'attuazione di uno dei due aspetti chiave delle intese internazionali sulla tassazione, nell'ambito degli accordi raggiunti a livello politico con G20 e Ocse.

Intervenendo su questo punto ai lavori dell'Ecofin, il ministro delle Finanze ungherese, Mihály Varga, ha mantenuto il veto sostento che gli sviluppi negativi dell'economia, collegati anche a guerra in Ucraina, rincari di energia e matterie prime, assieme alle strozzature delle catene globali, rendono inopportuno "affrettare" questa misure.

E ha anche sostenuto che al Parlamento ungherese "aumentano le voci critiche contro questo accordo. Introdurre così presto l'accordo causerebbe gravi danni", ha detto Varga. "Il lavoro non è pronto e penso che dobbiamo continuare gli sforzi per trovare una soluzione".

Posizione che ha innescato l'irritazione del ministro delle finanze francese, Bruno Le Maire, che ha la presidenza di turno dell'Ecofin fino a fine giugno e che ha puntato il dito contro il fatto che l'Ungheria aveva espresso parere favorevole a procedere su "Pillar 2", questa parte di accordo Ocse, anche dopo l'invasione russa dell'Ucraina.

Fino a poche settimane fa ad opporsi era infatti solo la Polonia, almeno apparentemente, ma questo veto sembrava esser stato superato da nuove proposte della Commissione europea, su cui Le Maire ha ripetutamente ringraziato il commissario all'Economia, Paolo Gentiloni. Poi è emersa l'opposizione ungherese. "Continuo a credere fermamente che riusciremo a raggiungere un accordo sotto la presidenza francese dell'Ue - ha detto Le Maire - lavorerò intensamente nei prossimo giorni per cercare di superare l'opposizione dell'Ungheria". 

Minimum tax, il commento di Gentiloni 

Riguardo al veto dell'Ungheria sulla direttiva sulla minimum tax, "se si cerca un caso di scuola sul fatto che il criterio dell'unanimità crea difficoltà in molte circostanze, lo si può trovare qui, difficile averne uno più chiaro. Stiamo lavorando e siamo ancora convinti di poter ottenere l'approvazione definitiva di entrambi i pilastri della minimum tax entro il 2024", Paolo Gentiloni, commissario per l'Economia, nel corso di una conferenza stampa a Lussemburgo al termine del Consiglio Ue Economia e finanza a Policy. 

"Manca uno Stato membro per l'unanimità sul secondo pilastro della direttiva (che prevede l'introduzione di un'aliquota al 15% per le multinazionali che operano in Ue; Ndr). Il primo pilastro (per far pagare le tasse ai colossi del tech non solo dove hanno i loro quartier generali, ma anche dove operano; Ndr) e il secondo fanno parte dello stesso disegno", ha concluso Gentiloni

Ecofin, la Croazia entra nell'euro dal 2023 

Ma non solo minimum tax. Nell’Ecofin di oggi "abbiamo preso le decisioni" necessarie a "consentire alla Croazia di passare all’euro a gennaio 2023. L’euro sarà la moneta croata", a partire da quella data, al posto della kuna, ha annunciato il ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire, al termine del Consiglio dei ministri a Lussemburgo. 

Per il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni, "è estremamente importante anche dal punto di vista simbolico, perché negli anni Novanta la Croazia era in guerra". "Abbiamo un Paese che 25 anni fa era in guerra, è entrato nell’Ue e ora entra nell’euro. E’ un’ottima notizia non solo per la Croazia, ma per l’intera Ue", ha sottolineato Gentiloni.

Ecofin, il Consiglio approva il Pnrr polacco 

Infine, dopo il parere positivo dei ministri delle Finanze europei, il Consiglio europeo ha adottato la decisione di approvazione del Pnrr polacco da parte della Commissione europea. Lo stanziamento totale nell'ambito dello strumento per la ripresa e la resilienza (Rrf) sara' di 35,4 miliardi di euro, di cui 23,9 miliardi in sovvenzioni e 11,5 miliardi in prestiti.

In linea con la raccomandazione specifica per la Polonia, il piano contiene l'impegno a realizzare diverse riforme, che devono essere soddisfatte prima che qualsiasi erogazione di fondi possa essere effettuata. Questo include una riforma completa del regime disciplinare applicabile ai giudici polacchi, che dovrebbe rafforzare importanti aspetti dell'indipendenza della magistratura. 

 

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