Eredità Agnelli, Sgarbi ora sbotta: "Dite dove sono quei Canova e De Chirico"

Il sottosegretario alla Cultura: "Quattro opere sono capolavori, tre italiani, vanno tutelate"

di Redazione Economia
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Eredità Agnelli, Sgarbi avvia un'indagine. Il messaggio mandato a John Elkann e famiglia

Sul caso dei 500 dipinti spariti nel nulla dal caveau in Svizzera, appartenenti alla famiglia Agnelli-Elkann, ora interviene anche il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi. Il critico ha deciso di avviare un'indagine del ministero per risalire a quei quadri. Quattro in particolare e per un preciso motivo. Sgarbi - si legge su Il Fatto Quotidiano - ha preso carta e penna e scritto agli eredi dell'Avvocato, tra i quali anche a John Elkann, per verificare l'ubicazione di alcune opere della collezione. Il sottosegretario alla Cultura indaga sul vincolo di particolare interesse. "Solo quattro casi appaiono meritevoli di attenzione e tali da attivare l’impegno delle Soprintendenze di Venezia e Torino".

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Sgarbi - prosegue Il Fatto - entra nel dettaglio: "Si tratta dei bassorilievi di Canova provenienti da Villa Franchetti Albrizzi di Preganziol sui quali è stata aperta un'inchiesta", "Salutando" di Giacomo Balla, del 1908, "Il mistero e la malinconia di una strada" di Giorgio de Chirico, del 1914, "La chambre" di Balthus, del 1954. Si chiede agli attuali proprietari, eredi di Gianni e Marella Agnelli, anche attraverso le verifiche delle Soprintendenze di Torino e Roma, di indicare l'ubicazione delle tre opere che dovrebbero essere in Italia". Altre opere invece "non avevano né particolare importanza né più di 50 anni" per far scattare i vincoli e "i capolavori di autori stranieri in case non in Italia, non potevano e non possono essere sottoposti a vincolo".

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