Gnv, acque agitate per la società controllata da Aponte: perdite per 125,7 mln

Acque molto agitate per Grandi Navi Veloci (Gnv), società di navigazione controllata dalla lussemburghese Sas Shipping Agencies Services di Aponte: bilancio

di Andrea Giacobino
Economia

Grandi Navi Veloci, a pagare il prezzo delle materie prime: balzo dell'81,8%

Acque molto agitate per Grandi Navi Veloci (Gnv), società di navigazione controllata dalla lussemburghese Sas Shipping Agencies Services di Gianluigi Aponte, proprietario di Msc, e guidata da Matteo Catani. Qualche settimana fa, infatti, l’assemblea degli azionisti presieduta da Pierfrancesco Vago ha deciso di riportare a nuovo la perdita di 125,7 milioni di euro segnata nel bilancio ordinario 2022 balzata da quella di 7,4 milioni dell’esercizio precedente portando così il disavanzo non ripianato a oltre 200 milioni.

I numeri dello scorso anno, in ripresa dopo pandemia e lockdown, sono stati sì segnati da un progresso dei ricavi da 465,2 a 612 milioni, ma il forte balzo dell’81,8% dei prezzi delle materie prime (carburante e combustibili) schizzati da 163,6 a 297,5 milioni hanno determinato il passaggio dell’ebitda da positivo per 17 milioni a negativo per 57,5 milioni e dell’ebit da +14 milioni a -115,8 milioni.

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L’aumento del fatturato è dovuto da un lato ai ricavi passeggeri progrediti anno su anno da 216,5 a 317 milioni e da quelli merci migliorati da 117,1 a 167,7 milioni, così come i servizi di bordo (da 27 a 40,2 milioni) mentre sono calati i noleggi (da 81,2 a 39,4 milioni). Gnv ha visto il numero dei passeggeri aumentare del 51,6% a oltre 2,28 milioni di unità, di cui il 56,2% con auto al seguito. La crescita dei ricavi s’è verificata in un anno nel quale il costo del lavoro è progredito del 24% circa per l’incremento del numero dei marittimi impiegati. Dal punto di vista patrimoniale la posizione finanziaria netta a debito è di 352 milioni a fronte di un patrimonio netto di 44,8 milioni. 

“L’esercizio 2023 - conclude la relazione sulla gestione - sarà caratterizzato da una sostanziale stabilizzazione dei costi unitari, grazie alla massiva campagna di hedging che nel corso dei primi mesi dell’anno ha garantito una copertura pressoché totale dei consumi prospettici, a prezzi sensibilmente inferiori a quelli registrati nel 2022”.

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