Guerra, batosta per le multinazionali russe: in Borsa perdono il 35% di valore

Lo studio analizza i conti annuali di 215 multinazionali industriali mondiali, con ricavi complessivi per 10mila miliardi nel 2021

Economia
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Gli effetti del conflitto tra Russia e Ucraina si fanno sentire sul valore di Borsa delle grandi multinazionali industriali

Gli effetti del conflitto tra Russia e Ucraina si fanno sentire sul valore di Borsa delle grandi multinazionali industriali la cui capitalizzazione complessiva a fine marzo 2022 segna una contrazione del 2,1% rispetto alle quotazioni di fine 2021, dopo l'accelerazione dello scorso anno (+20,1% sul 2020) che aveva permesso di recuperare ampiamente i livelli pre-pandemici (+23,0% sul 2019). E' quanto emerge dal report dell'Area studi di Mediobanca "Le multinazionali industriali mondiali fra pandemia e guerra".

Lo studio analizza i conti annuali di 215 multinazionali industriali mondiali, con ricavi complessivi per 10mila miliardi nel 2021 e capitalizzazione pari a 26,2mila miliardi a fine marzo 2022. Nei primi tre mesi 2022, sull'ultima parte dei quali impatta l'effetto del conflitto differenziato per settori, si registra un calo a doppia cifra delle performance di Borsa dei gruppi della moda (-15,5%), Media&Entertainment (-14,5%) e automotive (-10,2%), seguiti dalle WebSoft (-8,3%), dall'industria dei Pagamenti Digitali (-4,6%), dall'alimentare (- 3,4%) e dai produttori di aeromobili (-2,0%). Il settore delle bevande, il metallurgico, l'elettronico, le case farmaceutiche e la GDO mostrano una certa resilienza, con capitalizzazione tendenzialmente stabile che oscilla fra -1,4% e +1,7%.

In controtendenza i colossi dell'Oil&Gas, le cui quotazioni di Borsa crescono a doppia cifra (+20,5%), e le Telco (+5,6%). Sempre nel primo trimestre 2022, a livello di macroarea geografica ed escludendo il comparto energetico, performance di Borsa positiva solo per i gruppi sud-americani (+6,9%), mentre soffrono quelli nord-americani (-3,7%), ma soprattutto gli europei (-6,0%) e gli asiatici (-6,7%). Inevitabilmente penalizzati dal conflitto i grandi gruppi russi che chiudono i primi tre mesi dell'anno in corso con un -35,4%. Nel vecchio continente le quotazioni di mercato premiano solo le multinazionali britanniche, sostenute dai titoli farmaceutici (+5,4%), in contrazione i gruppi tedeschi (-9,2%), francesi (-9,7%) e italiani (-11,5%).

In generale, il conflitto in Ucraina fa male alle più importanti multinazionali industriali mondiali, determinando una perdita complessiva di capitalizzazione del -2,1% nei primi tre mesi del 2022. Un calo venuto dopo l’accelerazione dello scorso anno (+20,1% sul 2020) che aveva permesso di recuperare ampiamente i livelli pre-pandemici (+23,0% sul 2019). Ad andare bene sono solo i settori oil e telecomunicazioni, e tra le aree geografiche i gruppi del Sud America. Lo afferma il report dell'Area studi di Mediobanca su 215 multinazionali industriali mondiali, con ricavi complessivi per 10mila miliardi nel 2021 e capitalizzazione pari a 26,2mila miliardi a fine marzo 2022.     

Nei primi tre mesi 2022, sull’ultima parte dei quali impatta l’effetto del conflitto differenziato per settori - secondo quanto emerge - si registra un calo a doppia cifra delle performance di Borsa dei gruppi della moda (-15,5%), Media&Entertainment (-14,5%) e automotive (-10,2%), seguiti dalle WebSoft (-8,3%), dall’industria dei Pagamenti Digitali (-4,6%), dall’alimentare (- 3,4%) e dai produttori di aeromobili (-2,0%). Il settore delle bevande, il metallurgico, l’elettronico, le case farmaceutiche e la GDO mostrano una certa resilienza, con capitalizzazione tendenzialmente stabile che oscilla fra -1,4% e +1,7%. In controtendenza i colossi dell’Oil&Gas, le cui quotazioni di Borsa crescono a doppia cifra (+20,5%), e le Telco (+5,6%).

L'Area Studi di Mediobanca prevede per l'Italia una crescita del Pil del 2,7% nel 2022, contro il +4,4% previsto prima del conflitto in Ucraina. Per l'Eurozona la stima scende dal +4,2% al +3,2%, per il mondo passa dal +4,1% al +3,5%. "Il conflitto Russia-Ucraina - si afferma - sta creando pressioni al ribasso sulla crescita economica del 2022. La revisione delle stime mostra che la guerra impatterà significativamente sulla crescita e frenerà la ripresa, ma l’effetto complessivo dipenderà dalla durata del conflitto e delle sanzioni economiche".

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