Economia
Atlantia e carte bollate con Rcs: così Blackstone torna al centro del ciclone
Il fondo torna a far parlare di sè in Italia: da una parte è pronto a contendere a Perez il controllo di Atlantia, dall'altra continua la battaglia con Cairo
Blackstone e i due dossier che "scuotono" le fondamenta della vita economica italiana
Blackstone è tornata far parlare di sé, pesantemente. Su due dossier distinti che scuotono alle fondamenta la vita economica italiana. Da una parte, infatti, è pronta a contendere a Florentino Perez il controllo di Atlantia, dall’altra continua la sua battaglia a colpi di carte bollate con Urbano Cairo e Rcs.
Blackstone è una società finanziaria fondata da Stephen A. Schwarzman nel 1985. Il suo socio, morto nel 2018, era Peter “Pete” Peterson, già amministratore delegato di Lehman Brothers e segretario al commercio degli Stati Uniti. Questo gigante finanziario oggi ha un patrimonio gestito di 650 miliardi di dollari e ha reso Schwarzmann il 37esimo uomo più ricco del mondo con un patrimonio di circa 35 miliardi di dollari.
Per quanto riguarda Atlantia, la vicenda è ben nota: da una parte c’è Florentino Perez, presidente del Real Madrid e numero uno del Grupo Acs. Il manager spagnolo, come riporta il Financial Times, ha preso in considerazione l'idea di collaborare con i Benetton – che tramite Edizione Holding controllano il 33,1% del capitale - , “ma è anche disposto a fare un approccio ostile se non riesce a ottenere il sostegno della famiglia del Nord Italia” si legge sulle colonne del quotidiano.
Dall’altra parte c’è Blackstone, con cui i Benetton sembrano avere una “sponda” migliore e che potrebbero essere interessati a rilevare Atlantia (nel frattempo arrivata a valere poco meno di 17 miliardi dopo il rally degli ultimi due giorni), integrando il business dei trasporti – insieme a Macquarie e Cdp hanno rilevato Autostrade per l’Italia proprio da Atlantia – per mantenere una presenza più corposa nel nostro Paese.
Ma Blackstone ha un altro fronte aperto, quello con Rcs e Urbano Cairo. Brevissimo ripasso: nel 2014 Blackstone rileva da Rcs l’immobile di via Solferino per circa 120 milioni di euro. Da quella data la società che edita Gazzetta e Corriere della Sera versa a Blackstone un canone di affitto annuo da 11 milioni di euro.
Diventato presidente di Rcs nel 2016, Urbano Cairo ha subito aperto un’istruttoria sostenendo che il valore del palazzo fosse decisamente maggiore. Quanto? Almeno un 30% in più. E così blocca la vendita del palazzo stesso ad Allianz, che era pronta a offrire 240 milioni. Blackstone così chiede un risarcimento di 600 milioni e inizia un giro di botta e risposta tra i tribunali di New York e quello di Milano con un rimpallo di competenze che potrebbe concludersi con un nuovo “round” nella Grande Mela dopo che a Milano si è sancito il sostanziale pareggio tra le istanze.
Cairo, dal canto suo, è convintissimo di avere ragione. Tanto che, anche nella presentazione dell’ultimo bilancio al 31 dicembre, ha ribadito di non voler disporre accantonamenti per eventuali risarcimenti a Blackstone. Su ricavi da quasi 850 milioni è ovvio che 600 milioni rappresenterebbero una mannaia difficile da superare.
Ma secondo quanto può ricostruire Affaritaliani, non è soltanto Cairo ad aver insistito per non procedere sul terreno degli accantonamenti, ma tutto il consiglio di amministrazione, forte di pareri di esperti indipendenti che garantiscono non vi sia nulla da temere.
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