Guerra Russia-Ucraina, Cai: cala il prezzo del mais (-2,5%), stabile il grano
Primo calo dall'inizio della guerra. Per la seconda settimana consecutiva non si segnalano forti oscillazioni
Guerra Russia-Ucraina, cala il prezzo del mais (-2,5%), resta stabile il grano
Le oscillazioni dei prezzi dei prodotti agricoli sembrano attenuarsi con il primo calo del mais dall’inizio della guerra (-2,5%) e il grano che resta ancorato alle quotazioni della scorsa settimana. Lo comunica CAI - Consorzi Agrari d’Italia-, in base alla rilevazione settimanale della Borsa Merci di Bologna, punto di riferimento in Italia per le contrattazioni fisiche dei prodotti agricoli.
In un mercato che resta comunque molto instabile, questo scenario è determinato dall’arrivo in Italia di prodotti agricoli da Paesi come l’Ungheria o la Bulgaria che avevano minacciato il blocco delle esportazioni. Il mais scende a quota 395 euro a tonnellata, in calo di 10 euro rispetto alle quotazioni delle ultime due settimane (-2,5%), mentre grano tenero e duro restano invariati. Stesso discorso per orzo e sorgo, mentre la soia tocca quota 708 euro a tonnellata (+1%).
Rispetto alle rilevazioni del 17 febbraio, prima dell’inizio della guerra, il grano tenero ha subito una impennata del 32,9%, il mais del 38,5%, sorgo e orzo del 39,8%, la soia del 12,3%. L’Italia importa il 64% del grano tenero per il pane e i biscotti, il 44% di grano duro necessario per la pasta, il 47% di mais e il 73% della soia, questi ultimi due prodotti fondamentali soprattutto per l’alimentazione animale.
CAI, ricordando che il costo dei prodotti agricoli incide sul 10% del prezzo del prodotto finale al consumatore, ribadisce come gli aumenti nel breve periodo di prodotti derivanti dal grano tenero, quali pane, farine e biscotti, sono dovuti principalmente al caro energia e ai rincari di trasporti, imballaggi, carburante.