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Eni, con FAO e NNPC: consegnati 11 impianti idrici in Nigeria

Piatti (Eni): “In un progetto di sviluppo locale è cruciale guardare a tutte le dimensioni della sostenibilità per generare un impatto concreto sulle persone”

Eni: in collaborazione con NNPC, e FAO consegna 11 impianti idrici in Nigeria costruiti nell’ambito dell’iniziativa “Accesso all’Acqua”

Eni, attraverso le proprie controllate nigeriane Nigerian Agip Exploration (NAE) e Agip Energy & Natural Resources (AENR), e l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) hanno consegnato 11 impianti idrici negli Stati di Borno e Yobo, nel nord-est della Nigeria.

Gli impianti integrati – costituiti da pozzi, pannelli fotovoltaici, impianti di trattamento e punti di prelievo – forniscono acqua per il consumo domestico e per l’irrigazione. Sono stati costruiti nell’ambito dell’iniziativa “Accesso all’Acqua” attuata da FAO ed Eni, in collaborazione con il partner di Eni, la Nigerian National Petroleum Corporation (NNPC). La partnership pubblico-privata fa leva sulle competenze e il know-how delle parti per favorire l’accesso all’acqua da parte delle comunità colpite dalla crisi umanitaria nel nord-est del Paese.

Il Country Representative di FAO in Nigeria e dell’Economic Community of West African States (ECOWAS), Fred Kafeero, nel sottolineare l'importanza degli 11 impianti nel corso della cerimonia di consegna alle autorità degli Stati di Borno e Yobe, ha detto: “I pozzi di acqua a energia solare e il più ampio investimento di FAO nell’irrigazione e nella gestione dell’acqua sono un segno concreto del nostro impegno a supportare il Governo della Nigeria nel raggiungimento dei propri obiettivi di sviluppo. Nel nord-est, la disponibilità di acqua potabile sicura e di acqua per l’agricoltura è fondamentale per la crescita e la ripresa dei servizi essenziali”.

L’Intervista di affaritaliani.it a Alberto Piatti, Responsabile dello Sviluppo Sostenibile di Eni

Affaritaliani.it ha posto alcune domande al Responsabile dello Sviluppo Sostenibilie di Eni, Alberto Piatti, che ha così risposto approfondendo il tema della sostenibilità territoriale e sociale e parlando del progetto:

Oggi, come non mai, si parla molto di rinnovabili e diversificazione energetica. Nel nord-est della Nigeria, Paese in crisi sia umanitaria che ambientale, quanto è stato importante creare modelli di sviluppo basati su una doppia sostenibilità: territoriale e sociale?

Quando si realizza un progetto di sviluppo locale è cruciale guardare a tutte le dimensioni della sostenibilità, con un occhio all’ambiente, alla società e al territorio, per generare un impatto concreto sulla vita delle persone. Questo modello di azione ci contraddistingue fin dagli anni della nostra fondazione e si esplicita in un dialogo costante con le istituzioni e gli stakeholder locali, per individuare interventi in grado di rispondere realmente alle esigenze delle comunità. In Nigeria, per esempio, abbiamo risposto a una richiesta delle istituzioni locali: contribuire agli interventi umanitari per gli sfollati interni e le comunità ospitanti in un’area, quella del Nord-Est del Paese, fortemente colpita da conflitti interni e dal restringimento del bacino del lago Ciad, la principale fonte d’acqua della zona, che hanno provocato spostamenti di popolazione senza precedenti e una prolungata interruzione delle attività agricole, di allevamento e di pesca. In questo contesto, nel 2018, abbiamo firmato un accordo di collaborazione con FAO, il primo promosso in sinergia, per promuovere l’accesso all’acqua in Nigeria.

Arriviamo ai pozzi d’acqua alimentati da energia solare. Dal 2018 a ora, quante persone sono state in grado di servire? Un esempio replicabile anche al di fuori dei confini nigeriani?

Nel complesso, l’iniziativa ha contribuito a ripristinare i mezzi di sussistenza e i servizi igienici per circa 67,000 persone, includendo gli sfollati interni e le comunità ospitanti. Gli impianti idrici sono in tutto 22: 5 nel Territorio della Capitale Federale Abuja e 17 nel nord-est della Nigeria, in particolare negli Stati di Borno, Adamawa e Yobe. I pozzi d’acqua sono alimentati da pannelli fotovoltaici. Inoltre, sono provvisti di un sistema di back-up per la generazione di energia, tale da assicurarne la disponibilità e la sostenibilità. Quelli che forniscono acqua potabile sono dotati di un impianto di osmosi inversa per trattare e purificare l'acqua.

Come Eni, abbiamo già attuato iniziative di accesso all’acqua alimentate da impianti solari in vari Paesi, tra cui Kenya, Angola e Ghana.

Eni da una parte, Fao dall’altra: quanto è stato importante operare in “sinergia” in territori così fortemente vulnerabili? Il vostro “ingresso” ha mai trovato resistenza da parte delle comunità locali?

Lavorare in sinergia con FAO è stato fondamentale. La presenza dell’organizzazione nel Paese è precedente all’indipendenza. Inoltre, aveva già presentato una strategia di risposta alla crisi del bacino del lago Ciad, sviluppando programmi dedicati nell’area in partnership con le istituzioni. Questo ci ha permesso di lavorare in sintonia con le popolazioni locali, con un attore ben radicato nelle zone interessate, rispondendo alle esigenze concrete di comunità. FAO, quindi, ci ha fornito supporto per individuare le zone di intervento, nonché competenze e know-how agricolo nelle aree interessate, mentre Eni ha messo in campo tutta la propria esperienza tecnica. Abbiamo perforato i pozzi d’acqua e li abbiamo dotati di sistemi fotovoltaici e di back-up,  oltre che di impianti di osmosi inversa per trattare e purificare l’acqua. Abbiamo inoltre garantito la formazione all’uso e alla manutenzione degli impianti, per assicurarne la sostenibilità a lungo termine.

A partire dal 2018, Eni e FAO hanno realizzato complessivamente 22 progetti di pozzi d’acqua nel quadro dell’iniziativa “Accesso all’Acqua”: 5 nel Territorio della Capitale Federale Abuja e 17 nel nord-est della Nigeria, in particolare negli Stati di Borno, Adamawa e Yobe. Nel complesso, l’iniziativa ha contribuito a migliorare i servizi igienici e ripristinare i mezzi di sussistenza per circa

67.000 persone, includendo gli sfollati interni e le comunità ospitanti. L’iniziativa “Accesso all’acqua” è attuata nel quadro dell’accordo di collaborazione di FAO ed Eni in Nigeria, teso a raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite, in particolare l’SDG1 Povertà zero, l’SDG2 – Fame zero, l’SDG6 – Acqua pulita e igiene, l’SDG13 – Agire per il clima, e l’SDG17 – Partnership per gli obiettivi.