Il 12% del pil mondiale nei paradisi fiscali. Dall'Italia 186 miliardi
Nel 2022, la ricchezza spostata al di fuori dei confini dei Paesi di origine ha raggiunto la cifra di 12.000 miliardi di dollari a livello globale
Nei paradisi fiscali il 12% del pil mondiale
L'organizzazione non governativa Oxfam ha pubblicato un rapporto sull'evasione e l'elusione fiscale, iniziando con la celebre citazione di Benjamin Franklin: "A questo mondo niente è certo, tranne la morte e le tasse." Il premio Nobel dell'Economia Joseph Stiglitz ha contribuito al rapporto, esprimendo la sua amarezza riguardo ai miliardari che, sebbene non siano immortali, sono diventati sempre più abili nello sfuggire al fisco. Lo riporta La Stampa. Questa tendenza è stata alimentata dalla globalizzazione, che ha creato nuove opportunità per evasione ed elusione fiscale sfruttate da aziende multinazionali e ricchi di tutto il mondo.
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Da notare che anche i governi di orientamento politico di sinistra, nel corso degli anni '90, hanno contribuito a questa deriva, spostandosi verso la cosiddetta "terza via." Inoltre, persino l'Unione europea ha promosso una concorrenza tributaria tra Stati, favorendo di fatto i paradisi fiscali. Secondo il rapporto Oxfam, nel 2022, la ricchezza spostata al di fuori dei confini dei Paesi di origine ha raggiunto la cifra di 12.000 miliardi di dollari a livello globale, corrispondente al 12% del prodotto interno lordo mondiale. In Italia, questo valore ammonta a 186 miliardi di euro, che rappresentano quasi il 10% del PIL nazionale. Questi dati includono sia l'evasione fiscale transfrontaliera (illegale) sia l'elusione, che sebbene sia formalmente lecita, spesso si basa sull'abuso delle debolezze nei sistemi legali e tributari, spesso creati per favorire le persone più ricche.
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Tutte queste informazioni emergono dalla prima edizione del Global Tax Evasion Report, pubblicato dall'Osservatorio Fiscale Europeo e diffuso da Oxfam. Il rapporto critica la bassa contribuzione fiscale dei miliardari, raramente superiore all'0,5% del loro reddito. Apparentemente, negli ultimi dieci anni, c'è stata una riduzione significativa dell'evasione fiscale grazie all'adozione dello scambio automatico di informazioni finanziarie, passando dal 90% di capitali offshore che evadevano le tasse nel 2013 al "solo" 27% attuale. Tuttavia, questa riduzione è stata compensata da un aumento dell'elusione fiscale.
Un altro dato rilevante del rapporto è che i profitti delle multinazionali trasferiti da giurisdizioni con tassazione d'impresa medio-alta verso paradisi fiscali societari ammontano a oltre 1.000 miliardi di dollari all'anno. Questo corrisponde al 35% di tutti i profitti generati al di fuori delle giurisdizioni delle rispettive imprese madri. Queste pratiche elusive delle multinazionali privano i bilanci pubblici dei vari Paesi di risorse equivalenti al 10% dell'introito totale dell'imposta sul reddito delle società, con particolare gravità in Europa. In Italia, si stima che l'ammontare del gettito mancante sia di circa 5,3 miliardi di euro.
Oxfam sottolinea anche il deterioramento della "global minimum tax" sulle multinazionali rispetto al modello originale negoziato. Secondo l'ONG, la nuova versione della norma riduce gli introiti attesi da 270 a 136 miliardi di dollari in tutto il mondo nel primo anno di applicazione dell'imposta. Per l'Italia, ciò significa che il gettito atteso, a partire dal 2025, sarà di meno di 500 milioni di euro all'anno una volta raggiunto il regime stabile. Inoltre, l'aliquota reale pagata dai miliardari a livello globale rispetto al loro reddito è appena dello 0,5%.