Il vino del Lazio continua la sua crescita: ecco tutti gli obiettivi

Crescita e posizionamento sui mercati internazionali sono i principali traguardi inseguiti

di Redazione Economia
Il ministro Francesco Lollobrigida a Vinitaly
Economia

Il comparto vinicolo del Lazio: crescita e posizionamento sui mercati internazionali sono i principali obiettivi

Il Lazio ha partecipato a Vinitaly 2023 con un padiglione di 1800 mq, allestito in collaborazione con Arsial (Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio), che vi ha investito 1 milione di euro. Un investimento oculato, vista la presenza, all’interno del padiglione stesso, di uno spazio per i numerosi buyers internazionali convenuti alla fiera di Verona.

Nel Lazio la superficie vitata è di 18mila ettari, pari al 3% di quella nazionale

A Vinitaly il Lazio ha portato la rappresentanza delle sue migliori produzioni vinicole; le aziende sono 19mila con una produzione media annua di 1 milione di quintali di uva, mentre le cantine sono 450 con una produzione media annua di 800 ettolitri di vino, di cui il 75% sono bianchi e il 70% rivendicato a DO/IG regionale. Il Lazio ha una superficie vitata di quasi 18mila ettari (il 3% a livello nazionale), per il 50% collinare mentre la rimanente parte è suddivisa a metà tra pianura e zone montuose. I vigneti si collocano per il 70% in collina e per il 30% in zone pianeggianti. Il fatturato della produzione di uve è pari a circa 230 milioni di euro (il 6,6% sul comparto agricoltura regionale e il 3% sul comparto vitivinicolo nazionale); il ricavo medio per vigneto è di 4.350 euro ad ettaro.

I vini laziali piacciono anche oltreconfine: nel primo semestre 2022 le esportazioni hanno raggiunto i 47 mln di euro, +11% rispetto allo stesso periodo del 2021. I vini bianchi Lazio DOP hanno fatto registrare esportazioni per 5 mln di euro, +15% rispetto al 2021 (Fonte: Ismea). L’antica tradizione vinicola del Lazio è confermata da svariati scrittori latini, tra i quali Catone, Columella, Plinio, Strabone, Virgilio, Marziale.

Il Lazio, un territorio misto che produce tipologie diverse di vino

Il territorio misto del Lazio, con terreni vulcanici, laghi, zone collinari e pianure bonificate (come l’Agro Pontino), dà origine a diverse tipologie di vino. A prevalere sono i vini bianchi, uno fra tutti il Frascati, la prima DOCG d’Italia. Sono da menzionare, poi, il Cesanese con la DOCG Cesanese del Piglio - eccellenza tra i vini rossi -, il Moscato di Terracina, l’Aleatico di Gradoli, l’Est! Est!! Est!!!​ di Montefiascone e molti altri. Le denominazioni di origine per il vino nel Lazio sono: 3 DOCG, 27 DOC, 16 IGT.

In Lazio si coltivano anche il Montepulciano, il Ciliegiolo, il Merlot, il Cabernet Sauvignon e in alcuni casi anche la Barbera. I vini bianchi sono ottenuti soprattutto con Malvasie e Trebbiani, tra cui ricordiamo i vitigni Malvasia Bianca Lunga, Malvasia Bianca di Candia, Malvasia del Lazio (con i cloni Bellone, Cacchione e Bonvino bianco), Trebbiano Giallo e Trebbiano Toscano e Trebbiano del Lazio. Il Grechetto è un vitigno coltivato soprattutto nelle zone del Viterbese ai confini con l’Umbria.

Una caratteristica della viticoltura nel Lazio è la produzione familiare, finalizzata perlopiù all’autoconsumo. Dopo il flagello della fillossera, con l’ingresso nella moderna viticoltura, anche nel Lazio ha prevalso la tendenza alla produzione di grandi quantità di vino. La modernizzazione ha riguardato soprattutto le cantine sociali, che si sono dotate di impianti di vinificazione di dimensioni industriali. Anche se le cose ora stanno cambiando, per fortuna: alcuni viticoltori hanno scelto di puntare su vini di eccellenza sfruttando soprattutto il potenziale dei vitigni autoctoni. 

Così, la scelta dei sistemi di allevamento si va spostando dal tradizionale tendone, agli allevamenti a spalliera, a Guyot o Cordone speronato. In alcune zone dei Castelli Romani e del Basso Lazio, invece, sono ancora utilizzate le tipiche viti maritate agli alberi o alle canne intrecciate, le cosiddette canocchie.

A Vinitaly il Lazio in mostra con sei temi chiave

Con la sua presenza a Vinitaly 2023, il Lazio ha voluto lanciare la sua sfida per conquistare nuove quote di mercato, portando in dote le migliaia di ettari di terreno coltivati a vigne e la diversificazione dei suoi vini: bianchi, rossi, rosati. Ma la regione ha presentato alla vasta platea dei visitatori della fiera veronese anche i suoi sei temi chiave, ossia sei proposte di sviluppo per l’economia della regione: sostenibilità, vitigni autoctoni, imprenditoria giovanile, cambiamento climatico, vini vulcanici, enoturismo.

Come ha sottolineato l’assessore alle Politiche agricole della Regione Lazio, Giancarlo Righini nel corso di Vinitaly, il Lazio ha notevoli potenzialità di sviluppo nel settore vitivinicolo. Un’occasione potrebbe essere la nuova legge sull’enoturismo che sta preparando la Regione. Ma non è l’unica. Innovazione, ricerca, sostenibilità: su questi temi si gioca il futuro dell’economia, e il settore vitivinicolo non fa eccezione. 

La partecipazione del Lazio, con Arsial, al Vinitaly dimostra la volontà di accelerare il processo di internazionalizzazione, indispensabile per aumentare le quote di mercato, anche per colmare il gap che separa il Lazio da altre regioni italiane.
 

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