Istat, a inizio 2023 il reddito delle famiglie cresce +3,2%
Aumenta dello 0,6% la spesa e di 2,3 punti il risparmio
Deficit al 12,1%, cala il peso del fisco nel primo trimestre
A fronte di una sostanziale stabilità dei prezzi (+0,1% la variazione congiunturale del deflatore implicito dei consumi), il potere d’acquisto delle famiglie è cresciuto del 3,1%. Lo afferma l’Istat presentando il Conto trimestrale delle Amministrazioni pubbliche e le stime relative alle famiglie e alle società, aggiungendo che la propensione al risparmio delle famiglie è stata invece pari al 7,6%, in aumento di 2,3 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è aumentato del 3,2% rispetto al trimestre precedente, mentre la spesa per consumi finali è cresciuta dello 0,6%.”Il potere d’acquisto delle famiglie è aumentato del 3,1% rispetto al trimestre precedente, grazie al sensibile rallentamento della dinamica dei prezzi. La propensione al risparmio delle famiglie, pur continuando il suo calo in termini tendenziali, ha segnato il primo aumento in termini congiunturali dopo diversi trimestri di diminuzione, attestandosi al 7,6%“, scrive l’Istat commentando i dati.
Nel primo trimestre 2023 l’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil è stato pari al -12,1%. L’indebitamento era stato invece pari al -11,3% nello stesso trimestre del 2022. Lo afferma l’Istat presentando il Conto trimestrale delle Amministrazioni pubbliche e le stime relative alle famiglie e alle società, sottolineando che il peggioramento è dovuto alla “minore incidenza delle entrate, riflesso in una riduzione della pressione fiscale”.
La pressione fiscale è stata pari al 37% nel primo trimestre 2023, dato in riduzione di 0,9 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Lo afferma l’Istat presentando il Conto trimestrale delle Amministrazioni pubbliche e le stime relative alle famiglie e alle società.La quota di profitto delle società non finanziarie, pari al 43,7%, è diminuita di 0,9 punti percentuali rispetto al trimestre precedente, aggiunge inoltre l’Istat, che sottolinea anche come il tasso di investimento delle società non finanziarie, pari al 24%, è diminuito di 0,3 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.
“Bene che nel primo trimestre il potere d’acquisto, dopo il crollo del quarto trimestre 2022, sia tornato a crescere, ma si tratta in gran parte di un’illusione ottica. Infatti risale del 3,1% sul trimestre precedente, mentre la volta scorsa il crollo era stato ben maggiore, pari al 3,7%. Non per niente su base annua scende dello 0,3% ed è la quarta volta consecutiva che i dati tendenziali sono in territorio negativo”. Lo afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, commentando i dati per cui secondo l’Istat, nel primo trimestre 2023 il potere d’acquisto delle famiglie è salito del 3,1% rispetto al trimestre precedente.”Insomma, la discesa dell’inflazione registrata nel primo trimestre è servita a salvare le famiglie, ma la strada da percorrere è molto lunga e non si vede ancora la luce in fondo al tunnel”, conclude Dona.