Ita, resa dei conti in cda: ecco perché Altavilla è stato defenestrato
Un nuovo round nello scontro tra la visione del presidente esecutivo e l'amministratore delegato ha portato alla "sconfitta" de
Alfredo Altavilla (Pres. Ita), Fabio Lazzerini (Ad Ita)
Ita, ecco perché Altavilla è stato depotenziato
Sembrava che la trattativa in esclusiva tra Ita e Certares, autorizzata direttamente dal Mef, avesse in qualche modo rasserenato gli animi. In realtà, avevamo raccontato di un certo magmatico scontento che continuava a scorrere con metodo carsico sotto i piedi del consiglio di amministrazione e del Ministero dell’Economia. Non era eccesso di zelo descrivere un’ex-Alitalia spaccata in due anime: quella del presidente esecutivo, Alfredo Altavilla, che da tempo aveva espresso la sua preferenza per la cordata Msc-Lufthansa; dall’altra quella di Fabio Lazzerini, amministratore delegato che aveva mostrato il suo gradimento per la cordata Certares-Klm-AirFrance-Delta.
Alla fine aveva prevalso Lazzerini, che aveva convinto il Mef della bontà dell’offerta americana. Una differenza di vedute che era proseguita anche nelle settimane successive, costringendo il Ministero dell’Economia a ricordare ad Ita la necessità di fornire agli americani tutti i documenti per condurre una due diligence completa.
Che tra Lazzerini e Altavilla ci fosse qualche asperità era noto da tempo. Già a gennaio di quest’anno erano circolate indiscrezioni di stampa per cui il presidente avrebbe chiesto – senza successo – la rimozione dell’amministratore delegato dal suo ruolo. Qualche mese dopo erano circolate notizie, questa volta di senso contrario, sugli emolumenti “monstre” di Altavilla, che erano state prontamente smentite dalla società.
È chiaro dunque che la decisione di spogliare il presidente delle sue deleghe operative sia l’ultimo tentativo del governo uscente, attraverso il consiglio di amministrazione, di arrivare in tempi breve a una definizione della partita. A quanto riporta Il Messaggero, ad esempio, ci sarebbe unità d’intenti tra il governo uscente e Giorgia Meloni. La quale, come anticipato da Affaritaliani.it con l’intervista a Maurizio Leo, ha intenzione di non puntare i piedi sull’ex-Alitalia, preferendo concentrare i suoi sforzi su altre partite.
Intanto, andrà in scena la nuova “expert session” già domani 14 ottobre, con un nuovo capitolo nell’incontro tra Certares e Ita. Sarà dunque il momento della due diligence sui temi più caldi: conti – con la richiesta di 400 milioni che potrebbe arrivare dal consiglio di amministrazione - carburante e rotte. Su questo si decide il futuro di Ita. D’altronde, nei primi sei mesi dell’anno Ita ha chiuso con 272 milioni di perdite nette, di cui 94 per effetto del rialzo del costo del carburante, come fa notare Il Corriere della Sera.