L'Incarico di Draghi in Ue. Ha accettato perché "l'Unione" non esiste più

Von der Leyen lo ha chiamato dopo aver letto il suo articolo sull'Economist: "Questa Europa è senza futuro. Si apre un periodo molto complicato"

di Redazione Economia
Draghi e Von der Leyen
Economia

Draghi e il documento per l'Ue: ecco perchè ha accettato. L'ex premier sostiene che non si possa più tornare indietro

Von der Leyen ieri ha annunciato di aver affidato a Draghi un incarico speciale, redigere un rapporto sullo stato dell'Unione e sul suo futuro. Un compito che l'ex premier italiano ha accettato. Il suo ritorno a un ruolo attivo dopo l’esperienza di Palazzo Chigi, è legato - si legge sul Corriere della Sera - a una mission dai contorni così ampi da apparire come un consulto per un paziente con gravi problemi. La pandemia e la guerra hanno prodotto la fine di un’era. Secondo Draghi "l’Unione di prima non c’è più", perché hanno ceduto i pilastri su cui si reggeva la sua prosperità: "L’America per la sicurezza, la Cina per l’export, la Russia per l’energia".

Il dramma è che l’Unione di dopo non c’è ancora, e la prospettiva di un suo allargamento ai Paesi dei Balcani e all’Ucraina, senza aver proceduto alle riforme, potrebbe portare a un esito fatale. Si apre secondo Draghi un periodo "complicato, molto complicato", perciò ha accolto la proposta, a fronte delle "importanti sfide che attendono l’Europa". Nell’intervento sull’Economist che ha convinto von der Leyen ad affidarsi all'ex Bce, Draghi aveva descritto l’esigenza di dotare l’Ue di "nuove regole e più sovranità condivisa", indispensabili per continuare a competere a livello globale e affrontare le crisi con risposte rapide.

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E se la vecchia Unione "non c’è più", allora - prosegue Il Corriere - non si può nemmeno tornare al vecchio Patto di Stabilità: "Sarebbe il risultato peggiore possibile". A tale proposito, fonti diplomatiche ritengono che "i Paesi europei a questo punto potrebbero rallentare i tempi del negoziato sul Patto, in attesa del report" dell’ex presidente della Bce. Serve che l’Europa intera prenda in tempo coscienza del cambio epocale in atto. E von der Leyen intende sfruttare l’autorevolezza di chi a Bruxelles viene definito "un Henry Kissinger più giovane". Un europeo influente che può aiutare con la sua moral suasion ad "aggiustare i tubi rotti".

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