Il calo demografico si combatte con la programmazione

Non nascondiamoci dietro un dito dicendo: "Dove trovi i soldi?". Abbiamo il potenziale, manca la capacità di programmare

L'opinione di Ezio Pozzati
Economia

L'Italia non fa più figli? Il problema è che non sappiamo programmare

Perché Governo, politici e persone sono molto preoccupate per il calo demografico? La popolazione di anno in anno riduce le nascite, ma c'è una motivazione? A mio avviso sì. Quando trovi una Nazione come l'Italia e l'ISTAT ti dice che il 7,6% della popolazione è disoccupata è già un problema, quando sai che circa due milioni di famiglie sono in povertà assoluta, alle quali aggiungiamo altre circa cinque milioni di famiglie faticano ad arrivare a fine mese e si aggrappano, chi può, ai propri genitori pensionati, è un altro problema, poi scopri che quando trovi un lavoro ti pagano 2/4 forse 6 euro l'ora direi che le motivazioni per non avere figli ci sono tutte.

Non sono un sociologo, però mi preme ricordare che stiamo azzerando quella che è stata considerata, fino a ieri, la spina dorsale dell'economia italiana cioè: LA CLASSA MEDIA. Oggi per definirsi classe media o hai un'entrata che supera i 3.000 euro al mese (se lavori in due) oppure vivi ancora a casa con i genitori.

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Un'altra delle cause è la tassazione elevata e qui nessun Governo è riuscito, fino ad oggi, a diminuire la lacerante pressione fiscale, l'incentivazione a stare a casa, legge sul Rdc. A mio avviso era meglio se si utilizzava lo: “Scava la buca, riempi la buca e ti pago uno stipendio, oltre alla motivazione della tassazione: IRPEF, IVA su tutti i beni ed i servizi, oltre a accise varie (carburanti, sigarette ecc.) che per i privati non è deducibile, tassazione delle abitazioni, dell'acqua piovana, fognature ecc., del trasporto dell'energia (acqua, luce, gas ecc.), velox e multe varie e poi, come se non bastasse ci si mette l'inflazione e la “non logica” della BCE di aumentare i tassi di interesse, tanto alla fine pagano i consumatori… e per il momento mi fermo qui. Ma dopo tutte queste lagnanze c'è rimedio? Penso si sì. E come? 

La nostra Nazione ha bisogno di un riordino nel settore del lavoro con distribuzione dei diritti, ma anche dei doveri, non puoi andare alla partita se sei in malattia, una programmazione quinquennale con relativi investimenti, supportati anche dallo Stato, con la realizzazione di opere locali (quelle faraoniche vanno studiate bene) perché i comuni in Italia sono 7.904 e se ognuno, per la messa in sicurezza del territorio (monti, colline, fiumi, laghi, fognature, rete idrica ecc.), dei plessi scolastici, realizzando opere di qualificazione ambientale e chi più ne ha più ne metta spendendo in media una somma di un milione di euro (anche in un lustro) potremmo avere un investimento di quasi otto miliardi di euro, che producono ogni anno circa 30 miliardi di euro di PIL ai quali vanno sommati tutti gli investimenti indotti in persone e mezzi.

E non nascondiamoci dietro un dito dicendo: dove trovi i soldi? Quelli ci sono e anche tanti e soprattutto senza incidere sul debito pubblico, tra l'altro si possono avere anche subito. Allora la domanda è: si fa tanta fatica a programmare una cosa semplice con la collaborazione di tutti? Se gira l'economia le persone mettono su famiglia e fanno anche figli e se volete un esempio reale basta tornare agli anni '50 e '60, gli anni del boom economico e demografico. Noi il potenziale ce l'abbiamo, ma chi ha la capacità, il coraggio e la volontà di coordinare uno sviluppo programmato? “Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare” (Socrate).

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