Lagarde non si ferma, nuovo rialzo dei tassi. Milano brilla in Borsa (+2,1%)

La Bce aumenta il costo del denaro di un altro 0,25%, portando il tasso sui rifinanziamenti principali al 4,25%

di Redazione Economia
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Tassi e inflazione bruciano 693 mld

La Bce ha deciso di alzare i tassi d'interesse di un quarto di punto percentuale, portando il tasso sui rifinanziamenti principali al 4,25%, quello sui depositi al 3,75%, e quello sui prestiti marginali al 4,50%. Lo comunica l'Istituto centrale.

"Gli andamenti osservati dopo l’ultima riunione confermano l’aspettativa che l’inflazione si ridurrà ulteriormente nel resto dell’anno, ma si manterrà su un livello superiore all’obiettivo per un prolungato periodo di tempo. Sebbene alcune misure mostrino segnali di allentamento, l’inflazione di fondo resta nel complesso elevata. I passati incrementi dei tassi di interesse continuano a trasmettersi con vigore: le condizioni di finanziamento si sono inasprite nuovamente e frenano in misura crescente la domanda, che rappresenta un fattore importante per riportare l’inflazione all’obiettivo". E' quanto si legge nel comunicato della Bce dopo la decisione di aumentare dello 0,25% il tasso ufficiale di interesse portandolo così al 4,25%.

La risposta di piazza Affari

Milano risponde bene all'annuncio del nuovo rialzo dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea e chiude la giornata guadagnando il +2,13% e a quota a 29.597 punti.

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Bce, Confcooperative: "Tassi e inflazione bruciano 693 miliardi" 

 

In Italia tassi e inflazione bruciano 693 miliardi. Il potere d'acquisto va giu' di 100 miliardi: e' E' quanto emerge dallo studio realizzato da Censis-Confcooperative, 'L'Italia fa i conti con i tassi d'interesse'. "La Bce sta provando a contrastare l'inflazione e a difendere l'euro dalla svalutazione rispetto al dollaro attraverso l'aumento dei tassi di interesse. Questa politica monetaria, pero', rappresenta una tassa sul macinato per famiglie e imprese. L'impennata dei tassi di interesse e l'inflazione hanno bruciato, infatti, 693 miliardi di ricchezza finanziaria delle famiglie. E lo scorso anno il potere d'acquisto delle famiglie si e' ridotto di 100 miliardi di euro: almeno 3.800 euro a famiglia su base annua", afferma Maurizio Gardini, presidente Confcooperative.

L'impatto sarebbe stato molto piu' pesante senza gli interventi governativi: nelle analisi operate dall'Ufficio Parlamentare di Bilancio, l'ammontare delle misure a favore di famiglie e imprese e di contrasto all'inflazione (riduzione accise sui carburanti, bonus sociali, esoneri contributivi, crediti d'imposta, ecc.) ha raggiunto i 119 miliardi di euro: 5,6 miliardi nel 2021, 70 miliardi nel 2022, 35,1 nel 2023. (Altri 8,2 miliardi avranno corso nel prossimo biennio 2024-2025).

L'esito combinato di inflazione e tassi di interesse, si legge nello studio, si aggiunge alla riduzione in termini reali della ricchezza netta delle famiglie che registrano un saldo tra le consistenze attive e quelle passive inferiore di quasi 700 miliardi di euro nel 2022 rispetto all'anno precedente (-14,4%). Bolletta salata sugli interessi da corrispondere sul debito balzato a 2.817 miliardi di euro (dato a maggio 2023).

L'ultimo documento di Economia e Finanza (DEF 2023), prefigura nel quadro tendenziale, per il 2026, una quota di interessi passivi pari al 4,5% del Pil. Ne discende che la spesa per interessi potrebbe collocarsi intorno ai 100 miliardi di euro (40 miliardi in piu' rispetto al 2020)- "Premesse queste - dice Maurizio Gardini presidente di Confcooperative - che rappresentano un fardello pesante per le prospettive di crescita dei prossimi anni con una bolletta che salirebbe fino 100 miliardi di interessi da corrispondere sul debito entro il 2026".
 

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