Mediobanca, assemblea con adesione record: e Nagel tira un sospiro di sollievo
Per la lista del cda si dovrebbe schierare anche il mercato, da sempre favorevole alla continuità
Mediobanca, in assemblea il 75% del capitale
Manca esattamente un mese all’assemblea che deciderà la governance di Mediobanca. Gli schieramenti in campo sono chiari: da una parte la lista del cda, presentata lo scorso 20 settembre; dall’altra quella che dovrà elaborare Delfin e su cui molto si sta discutendo, a partire dal numero di nomi che verranno indicati. Intanto, secondo quanto riporta l’Ansa, l’affluenza all’assemblea del prossimo 28 ottobre dovrebbe essere del 75%, un dato record, in aumento di almeno dieci punti percentuali rispetto alla media delle precedenti assise (che tornano davvero a chiamarsi così poiché quella del 28 ottobre sarà nuovamente in presenza).
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La domanda è: un’affluenza così elevata è una buona notizia per Alberto Nagel o per Francesco Milleri? Fonti vicine all’amministratore delegato di Piazzetta Cuccia parlano di un certo sollievo dalle parti di Mediobanca perché un’alta partecipazione fa rima con il desiderio di mantenere lo status quo. Il conto è
Tre figli di Del Vecchio scrivono al cda di Delfin su Mediobanca Tre figli di Leonardo Del Vecchio hanno preso carta e penna e scritto al cda di Delfin lamentando di non essere stati informati sulle iniziative su Mediobanca e chiedendo se il presidente Francesco Milleri agisse da solo dal momento che sui giornali veniva fatto soltanto il suo nome. Alla richiesta di informazioni arrivata dai più giovani, Luca e Clemente, e da Paola, una dei figli avuti dal primo matrimonio, il consiglio della holding lussemburghese, secondo quanto appreso dall'Ansa, ha replicato che tutte le decisioni sulla questione sono state assunte dal board all'unanimità. |
presto fatto: Delfin e Caltagirone detengono complessivamente il 30% delle azioni, che sicuramente verranno fatte “partecipare” all’assemblea. A queste andrà probabilmente aggiunto il 2,19% della famiglia Benetton, che si schierò al fianco di Del Vecchio e Caltagirone nella battaglia di Generali dello scorso anno e che dovrebbe mantenere analogo orientamento.
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A sorpresa, nonostante faccia parte del patto di consultazione, si è schierato per la lista di Delfin (auspicando che sia composta da cinque membri) Romano Minozzi che, in un’intervista a Repubblica, ha “consegnato” il suo 0,7% di azioni Mediobanca a Francesco Milleri. Il totale, dunque fa circa il 33% del capitale schierato a favore della lista di Delfin. Possibile immaginare qualche altra sorpresa? Ma gli schieramenti sembrano definiti. Dall’altra parte, infatti c’è l’accordo di consultazione che ha poco meno dell’11% del capitale e alcuni soci che pur non facendo parte del patto hanno storicamente supportato la lista del cda. È il caso di Unipol, che detiene il 2% delle azioni, e Diego Della Valle che lo 0,5%.
A decidere, dunque, sarà il mercato con la quota restante. E tendenzialmente, come ha mostrato l’assemblea di Generali dello scorso anno, il mercato vota per la continuità e per un piano industriale che è già stato ampiamente premiato. D’altronde, Nagel si fa forte di oltre un miliardo di utili distribuiti ai soci nell’ultimo anno, un record che gli fa sicuramente gioco anche in un periodo in cui le banche – grazie ai tassi alti – stanno letteralmente “volando”.
C’è, infine, da considerare che gli analisti hanno espresso come migliore scenario quello di un accordo tra Delfin e il cda uscente di Mediobanca e, solo in seconda battuta, un consiglio con una minoranza a rappresentare le istanze di Milleri e Caltagirone. Il dilemma dunque è capire da quante persone sarà composto l’elenco che verrà consegnato nei prossimi giorni dai due azionisti “forti”. Se dovesse essere di cinque potrebbe essere una buona soluzione per avere una rappresentanza delle due istanze. Se invece si componesse di sette membri si rischierebbe un maggiore stallo. Serve aspettare.