Moody's attacca l'Italia: "Btp a rischio spazzatura. Debito e bassa crescita"

Dopo le minacce di Goldman Sachs arrivano quelle ancora più gravi dell'agenzia di rating. Verdetto il 19 maggio, trema il governo Meloni

(Fonte immagine: Imagoeconomica) 
Economia

Moody's minaccia l'Italia: i junk bonds ora fanno davvero paura

L'Italia è finita nel mirino delle grandi banche internazionali. Alla minaccia di Goldman Sachs: "Puntate sul debito spagnolo e non su quello italiano", si è aggiunta quella di Moody's, ancora più pesante visto il peso dell'agenzia di rating: "Btp a rischio spazzatura". Ieri si è appreso che l’Italia è diventata - si legge sul Giornale - l'unico Paese tra quelli seguiti da Moody’s che rischia di perdere l’"investment grade" nei giudizi della società di rating. Che significa essere declassati dall’attuale rating "Baa3" a quello immediatamente sotto, "Ba1", lasciando l’ultimo comparto di investimento «non speculativo» per entrare nel mare aperto dei cosiddetti junk bonds: i titoli spazzatura, rischiosissimi. Essere nella categoria dei junk renderebbe impraticabile l’investimento in Btp per gli investitori istituzionali (come i grandi fondi pensione o le multinazionali finanziarie) e non permetterebbe più alla Bce di accettare i titoli del debito italiano per operazioni bancarie e monetarie.

In altri termini, - prosegue il Giornale - significa rendere il nostro debito pubblico difficilmente finanziabile sui mercati se non a costi (cioè i rendimenti offerti) assai più elevati di quelli attuali. Di sicuro si tratta di una pressione forte per il governo, che da oggi dovrà tenerne conto. Basti pensare che l’ultimo downgrading per i Btp risale alla primavera del 2020: lo ha incassato il governo Conte (quello giallorosso) in piena pandemia. Da allora tregua sui mercati. Che poi, con il governo Draghi, non poteva che consolidarsi. Ma adesso, con la revisione del patto di Stabilità alle porte e una premier politica a Palazzo Chigi, potrebbero riaprirsi le danze.

Come se non bastasse, per l'Italia c'è anche da fare i conti con i "falchi" in Ue, che spingono per un patto di stabilità più rigido verso chi ha un debito pubblico alto come il nostro. All’inizio di marzo, - riporta Repubblica - quando il ministro dell’Economia Christian Lindner ha incontrato il suo omologo Giancarlo Giorgetti, gli ha spiegato che «un debito è un debito». E per un tedesco un debito è kantianamente brutto, dal punto di vista soggettivo e universale. Inutile, questo il messaggio del ministro, cercare di negoziare eccezioni al disavanzo o tentare di conquistare margini di manovra sul debito. E per rendere ancora più chiara la posizione della Germania, Lindner ha fatto circolare poi un paper in cui bocciava senza appello le due principali proposte elaborate in questi mesi da Bruxelles e che verranno discusse in questo fine settimana tra i Paesi Ue. Una due giorni in cui andrà in scena un nuovo capitolo dello scontro tra i falchi e le colombe della Ue.

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