Mps sotto i riflettori, Maione: "Possibile pivot nel terzo polo bancario"

Il neo presidente di Banca Mps rilancia il risiko bancario e il ruolo strategico del Monte. Il titolo sotto i riflettori a Piazza Affari

di Redazione Economia
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Mps torna protagonista, Maione: "Si può creare un terzo polo bancario”

Si riaccende il risiko bancario e il titolo di Mps è di nuovo sotto i riflettori di Piazza Affari: a metà seduta la crescita è dell'1,55% a 2,29 euro. A pagare le parole del neo presidente Nicola Maione sulla possibilità che la banca possa tornare protagonista nella grande partita del terzo polo.  

Nell'intervista rilasciata al Sole 24 Ore questa mattina il manager, oltre a fare il quadro della ripartenza dell’istituto, all’insegna dei migliori auspici: “Oggi Mps non ha più la necessità di aggregarsi per motivi di solidità ma ci sono invece tutte le condizioni per proseguire a far emergere il reale valore e a guardare in prospettiva", rilancia il risiko sottolineando che Mps si prepara a imporsi come “pivot per creare un terzo polo bancario dietro Intesa Sanpaolo e UniCredit”. 

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Secondo Maione infatti, c’è la prospettiva concreta che la Rocca di Salimbeni possa essere un polo di riferimento e di aggregazione con le altre banche, soprattutto dopo le dichiarazioni del Mef su “un’uscita ordinata dal capitale”.

Premesso questo, l’avvocato candidato alla presenza del Tesoro precisa: “Oggi le banche sono solide e profittevoli, non siamo in emergenza quindi non c’è alcun obbligo di aggregarsi; al contempo, siamo in una fase favorevole per guardare al futuro in ottica di un consolidamento da cui potrebbe trarre beneficio l’intero sistema bancario italiano”.

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Tesoro, Maione: “Non temiamo la normativa europea e ci faremo i conti”

Di fronte alla scadenza - che si ipotizza - per giugno 2024, quale termine per l’uscita del Tesoro dal capitale Mps, la posizione della banca più antica del mondo è molto cauta e pragmatica, come traspare dalle dichiarazioni di Maione: “Sappiamo che c’è un obbligo imposto dalla normativa europea, legata alla ricapitalizzazione precauzionale, di cui ha beneficiato il Monte, che impone l’uscita dall’azionariato entro una certa data che peraltro il Cda nemmeno conosce perché è un impegno che è stato preso tra lo Stato e la Banca centrale europea. Da giurista posso dire che potrebbe essere utile una revisione della normativa stessa alla luce della sua prima applicazione”.

Infine, sui continui rialzi dei tassi da parte della Bce, il numero uno di Mps ritiene che “da adesso in avanti gli effetti negativi possano essere forse maggiore dei benefici”, che dunque richiederanno una tenuta importante per tutti gli stakeholder.

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