Nella Nadef lo scostamento di 38,5 mld. Ora il governo Meloni rischia grosso

Il Parlamento voterà questa misura che sarà messa a bilancio in tre anni. Nello scorso aprile la maggioranza per un provvedimento simile andò sotto

di Redazione Economia
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Nadef, ecco cosa contiene il documento. I dettagli sullo scostamento di bilancio e il taglio al cuneo fiscale

Il governo ha reso pubblica la Nadef in vista della manovra finanziaria e nel documento presentato dal ministro dell'Economia Giorgetti ci sono alcuni aspetti fin qui non emersi in maniera chiara, l'ammontare dello sforamento di bilancio e la durata della misura relativa al taglio del cuneo fiscale. Sull'ultimo punto non arrivano buone notizie, il provvedimento in favore dei lavoratori dipendenti che è stato temporaneo nel 2023 lo sarà pure l’anno prossimo (nel 2025 infatti non è previsto e quindi non sarà strutturale). Ammonta invece a 38,5 miliardi di euro fra il 2023 e il 2025 lo scostamento di bilancio su cui Meloni e Giorgetti chiederanno il voto del Parlamento. Lo si deduce dalla relazione specifica allegata alla Nadef inviata in Senato e pubblicata martedì 3 ottobre 2023.

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La richiesta riguarda 23,5 miliardi di manovra pura (3,2 nel 2023, 15,7 nel 2024 e 4,6 nel 2025), ma anche ulteriori 15 miliardi di euro di scostamento di bilancio sul 2023 per il maggiore tiraggio "delle agevolazioni per i bonus edilizi". La cifra complessiva - riporta Open - è assai alta, ma ben lontana da quella degli scostamenti da 113,6 miliardi chiesti dal governo di Giuseppe Conte nel 2020, primo anno di pandemia. I 15 miliardi in più sui bonus edilizi nel 2023 sono anche la conseguenza della recente decisione di Eurostat che ha consentito all’Italia di spesare quasi tutti i crediti di imposta in circolazione per quel motivo sull’anno 2023, lasciando solo una finestra sul 2024.

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Lo scostamento di bilancio dovrà essere approvato dalla maggioranza assoluta dei componenti sia della Camera che del Senato. A fine aprile lo scostamento allegato al Def richiesto proprio per finanziare il taglio del cuneo fiscale e contributivo dal mese di luglio non raggiunse per 6 voti alla Camera la maggioranza richiesta per le troppe assenze nelle fila dei tre partiti di governo. Questa volta Meloni non potrà permettersi nessuna assenza dei suoi, il governo su questa misura rischia grosso.

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