Pasqua 2023, aumentano vendite all'estero dei prodotti agroalimentari pugliesi
Made in Italy? E' boom Made in Puglia. Il fattore prezzo alla base della crescita del valore delle esportazioni: la classifica per regioni
Made in Puglia elemento di punta della produzione e delle esportazioni in termini di specializzazione del lavoro e della tecnologia
Il comparto agroalimentare pugliese è una componente importante degli scambi commerciali con l’estero. “Ma le esportazioni aumentano soprattutto grazie al fattore prezzo cresciuto tanto per l’inflazione”, commenta Davide Stasi, responsabile dell’Osservatorio economico Aforisma. “Nonostante il conflitto ucraino e l’impennata dei costi per le imprese – sottolinea il data analyst – i prodotti come olio, vino, pasta e ortofrutta continuano a registrare buoni risultati sui mercati stranieri, confermando il settore agroalimentare trainante per l’economia regionale. La crescita delle esportazioni continua ad essere trascinata dall’incremento della domanda globale. Il made in Puglia rappresenta un elemento di punta della produzione e delle esportazioni in termini di specializzazione del lavoro e della tecnologia. Si tratta dei prodotti dell’industria di trasformazione, che utilizza come materia prima i prodotti dell’agricoltura che, in questo senso, diventa un tassello prezioso della filiera del made in Italy”. Esiste anche una significativa componente di prodotti freschi (frutta e ortaggi) che rispondono alle caratteristiche del made in Italy per la loro riconoscibilità come prodotti tipicamente nostrani.
“Uno dei principali problemi per definire il made in Italy – spiega Stasi – particolarmente evidente nel caso del comparto agroalimentare, deriva dal fatto che spesso i prodotti sono trasformati e richiedono una notevole quantità di materia prima importata (ad esempio, l’olio d’oliva o il grano per la pasta). L’identificazione geografica, dunque, è legata non solo all’origine del prodotto, ma anche e spesso al processo di trasformazione”.
Ad ogni buon conto, per l’olio, si registra una crescita del 30,4 per cento (da 136,5 milioni di euro a 178); per il vino, c’è un balzo del 10,4 per cento (da 186,7 milioni a 206); per pasta ed altri prodotti farinacei simili, +37,1 per cento (da 174,7 milioni a 239,5) e per la lavorazione e conservazione di ortofrutta +11,5 per cento (da 146,3 milioni a 163,2). Riguardo alla vendita all’estero degli oli e grassi, la Puglia, con i suoi 178 milioni di euro di fatturato, si colloca al sesto posto in Italia, preceduta da Toscana (855,8 milioni); Veneto (437,2); Emilia-Romagna (431,6); Umbria (245,8); Lombardia (210).
Riguardo all’export di vino, la Puglia, con i suoi 206 milioni di euro di fatturato, si colloca all’ottavo posto, preceduta da Veneto (2.841 milioni); Piemonte (1.277); Toscana (1.252); Trentino-Alto Adige (609); Emilia-Romagna (452,2); Lombardia (319,6) e Abruzzo (219,3). Riguardo all’export di pasta e prodotti farinacei simili, la Puglia, con i suoi 239,5 milioni di euro di fatturato, si colloca al quinto posto, preceduta da Campania (752,7); Emilia-Romagna (629,6 milioni); Veneto (349,4) e Lombardia (263,2).
Riguardo all’export di frutta e ortaggi, la Puglia, con i suoi 163,2 milioni di euro di fatturato, si colloca all’ottavo posto, preceduta da Campania (1.953,4 milioni); Emilia-Romagna (839); Lombardia (283,3); Trentino-Alto Adige (214,5), Veneto (211,3); Lazio (170,3) e Piemonte (166,3). Il principale mercato di destinazione dell’ortofrutta rimane la Unione europea.