Pensioni, solo il 20% degli italiani avrà trattamento adeguato: indagine choc

Per la Corte dei Conti solo dipendenti delle Forze armate e della sanità possono dormire sonni tranquilli

di Redazione Economia
(foto Ipa)
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Pensioni, meno del 20% avrà un trattamento adeguato

"Avrò mai una pensione adeguata?" È una delle domande più comuni tra i giovani, e la Corte dei Conti cerca di rispondere a questa domanda. Lo riporta il Sole 24 Ore. I giudici contabili, nel rapporto sul coordinamento della finanza pubblica, hanno elaborato una specifica stima, basata sui dati dell'INPS, per fornire una panoramica delle situazioni previdenziali dei quarantenni che erano occupati e quindi soggetti interamente al regime contributivo alla fine del 2020. Solo due delle 11 "figure-tipo" prese in considerazione sembrano avere un trattamento adeguato in base al cosiddetto "montante contributivo" (cioè l'importo contributivo su cui si basa il calcolo dell'assegno pensionistico): i dipendenti nel settore delle Forze armate e nel settore sanitario. Le posizioni più fragili sembrano essere nel settore autonomo e, in particolare, tra i lavoratori parasubordinati, i coltivatori diretti e le lavoratrici del settore privato.

L'analisi della Corte dei Conti si basa su un campione dell'INPS che comprende complessivamente "circa 1.700 posizioni assicurative di individui che avevano 40 anni al 31 dicembre 2020, con 92.000 individui assicurati, rappresentativi di 800.000 soggetti". Successivamente, isolando i lavoratori attivi soggetti al calcolo totalmente contributivo, è stata identificata una "platea di 575 posizioni assicurative corrispondenti a 56.000 giovani, rappresentativi di una popolazione di quarantenni assicurati pari a 486.000 individui". Nel rapporto si osserva che nella platea considerata, circa 235 posizioni su 575 (pari al 40,8%) presentano un reddito lordo inferiore a 20.000 euro, coinvolgendo quindi il 28% dei giovani analizzati.

Nel rapporto della Corte dei Conti si afferma che "il campione esaminato mostra situazioni molto diverse, con alcune figure che presentano posizioni molto sicure (soprattutto nel settore delle Forze armate e della sanità) e altre, come i lavoratori autonomi parasubordinati o i coltivatori diretti, particolarmente fragili". Per i militari e i dipendenti nel settore delle Forze armate, il montante contributivo "in essere" (calcolato sulla base dell'anzianità contributiva maturata alla fine del 2020) raggiunge un valore mediano di circa 235.000 euro, mentre per i dipendenti nel settore sanitario supera i 178.000 euro. In entrambi i casi, si tratta di montanti contributivi considerevoli, anche perché sono accomunati da retribuzioni medie molto più alte rispetto alle altre tipologie di lavoratori.

"Per tutte le altre tipologie di lavoratori prese in considerazione, la consistenza dei montanti contributivi appare relativamente modesta: in 6 casi su 11 non supera i 100.000 euro", afferma la Corte dei Conti nel rapporto. I montanti contributivi più bassi si trovano nel settore dei lavoratori autonomi, a cominciare dai lavoratori parasubordinati e dai coltivatori diretti. Tuttavia, tra i quarantenni che a fine 2020 risultano con una potenziale copertura pensionistica particolarmente bassa, secondo il campione analizzato dalla Corte dei Conti, ci sono i lavoratori in mobilità/disoccupazione, i commercianti, i lavoratori del settore scolastico e gli artigiani. I lavoratori statali e le lavoratrici del settore privato sono stimati avere un montante contributivo appena sopra i 100.000 euro. Nel caso dei dipendenti del settore privato, il montante contributivo calcolato nel valore mediano è di poco più di 137.000 euro.

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