Porte girevoli all'Agid, manager pronti ad abbandonare Butti: inside

L’Agenzia per l’Innovazione Digitale registrerà nei prossimi mesi le uscite dell’amministratore unico di PagoPa e di altri dirigenti: ecco perché

di Marco Scotti
A sinistra il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, a destra il senatore di Fratelli d'Italia Alessio Butti

 
Economia

L’uscita dei dirigenti dall’Agid: che cosa succede

“Balle”. Così una fonte vicina all’Agenzia per l’Italia Digitale - il dipartimento che fa riferimento al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alessio Butti e che in passato ha avuto come centro nevralgico il dicastero guidato da Vittorio Colao – bolla con Affaritaliani.it la possibilità che sia in corso un esodo dall’Agid.

Ieri 6 dicembre, infatti, sia Il Foglio che Dagospia avevano riportato la notizia di una massiccia uscita di dirigenti dall’Agenzia. Il primo ad annunciare l’addio è stato Giuseppe Virgone, amministratore unico di PagoPa. Il quale, però, a quanto risulta ad Affari, aveva già annunciato il suo passaggio al settore privato a inizio settembre.

Diverso il discorso per il direttore generale dell’Agid Francesco Paorici. Secondo Foglio e Dagospia sarebbe in uscita, nonostante un contratto in scadenza tra poco più di tre mesi, mentre fonti accreditate riferiscono ad Affari che il dirigente abbia già smentito l’abbandono dell’incarico. Si vedrà, insomma. C’è poi Daniela Mauri, responsabile dell’attuazione del Recovery, che sarebbe frenata dalla retribuzione. Fonti accreditate spiegano ad Affari che la dirigente si starebbe guardando intorno poiché lo stipendio garantito dall’Agid sarebbe inferiore a quanto potrebbe percepire nel settore privato. Altrimenti, sarebbe contenta di rimanere.

C’è il nome di Paolo De Rosa, dirigente di delicati dossier da diversi anni, che, come riporta Il Foglio, avrebbe lasciato intendere di essere pronto ad abbandonare la sua posizione. In questo caso, fonti vicine all’Agid sono pronte a giurare di un rapporto già deteriorato con Vittorio Colao e che, con l’attuale sottosegretario Butti, non vi sono ancora stati rapporti tali da giustificare la scelta di abbandonare l’Agid. “Su oltre 500 collaboratori è fisiologico. Il resto sono tutte sciocchezze…” taglia corto la fonte contattata da Affari

Tim, Vivendi pronta a vendere

Il delicato ruolo di Butti, comunque, rimane sotto i riflettori. L’affaire Tim non sembra essere vicino a una soluzione. Le affermazioni dei giorni scorsi, in cui si negava categoricamente l'acquisizione della totalità delle azioni, hanno fatto crollare il titolo. Secondo Il Foglio la premier Giorgia Meloni vorrebbe dirottare sul ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso le deleghe sulla rete unica. Questo si vedrà nei prossimi mesi. Quello che è certo è che l’opa parziale, il delisting, il beauty contest sono tutti dossier sul tavolo di Pietro Labriola, che deve però capire in fretta che cosa fare visto che il mercato non aspetta e il rischio di depauperare ulteriormente un asset importante aumenta di giorno in giorno.

A quanto risulta ad Affaritaliani.it, tra l’altro, sono in corso interlocuzioni con i francesi di Vivendi, intenzionati a rimanere nella nuova Serco che dovrebbe nascere nei prossimi mesi. Che è poi quella su cui hanno già messo gli occhi in molti, non ultimo il fondo Cvc, che alla fine di marzo di quest'anno aveva presentato un'offerta non vincolante per il 49% della Service Company di Tim. D'altronde, . 

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