Reddito di cittadinanza verso la fine. I 5 Stelle tremano: ecco i dati reali

Le politiche della ministra Calderone raccolgono un consenso che fa paura ai pentastellati. Ecco smentite le "bufale" propagandistiche sul sussidio statale

di Redazione Economia
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Lavoro, la fine del reddito di cittadinanza "sbugiarda" i grillini

Che le politiche del Ministro del Lavoro, Marina Calderone, stiano ricevendo il consenso della stragrande maggioranza degli italiani non si capisce né da sondaggi né da interviste. Per comprendere la bontà di quanto fatto fin qui basta annotare il crescente disagio che serpeggia tra i parlamentari 5Stelle, che temono di veder erosa la loro base elettorale nutrita a colpi di reddito di cittadinanza. Disagio che alimenta anche le reazioni di Giuseppe Conte. Sono infatti sempre più palesi i tentativi di arginare il dilagare di consenso contro il reddito di cittadinanza. Ecco alcuni esempi.

RdC, "Dare 350 euro di sussidio significa affamare le famiglie"

Questa è una mistificazione di quanto realmente avviene. I 350 euro spettano per ogni singolo individuo (avente i requisiti) e non per nucleo familiare. Quindi, una famiglia composta da padre, madre e due figli (19 e 21 anni ad esempio) - tutti aventi i requisiti previsti dalla norma - percepirà complessivamente 1400 euro di Supporto alla formazione, oltre che il sussidio per Gol (Garanzia di Occupabilità per i Lavoratori) nonché l’Assegno Unico.

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Cambia però il paradigma: tutti gli interessati dovranno attivarsi e iscriversi alla Piattaforma Inps e non attendere che qualcuno li cerchi, come avveniva con il Rdc. Ecco perché nessuno sarà lasciato indietro, ma solo tra quelli che concretamente dimostreranno di volere rientrare nel circuito del lavoro.

RdC, "È  costato 32 miliardi in quattro anni"

Il Reddito di Cittadinanza ha sostituito nel 2019 il Rei, già esistente e regolarmente funzionante. Invece, con il Rdc si è voluta allargare la platea a dismisura (sin dai 18 anni) con una mera autocertificazione, senza effettuare alcun controllo sui requisiti necessari, creando cosi la base per una serie infinita di abusi e di illeciti scoperti solo in modo marginale. A fronte di questo non vi è stata crescita nell’occupazione, anzi tutt’altro. Ecco perché si sono sperperati una montagna di soldi pubblici solo a fini assistenzialistici e di consenso elettorale.

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Lavoro, Unioncamere ha censito centinaia di posti disponibili

Non è vero che le rilevazioni di UnionCamere siano esclusivamente riferite ai profili specializzati. Infatti, riceve le previsioni delle opportunità disponibili e poi valuta il grado di difficoltà di reperimento delle competenze. Ne vengono segnalati anche da settori dove non servono abilità specialistiche di alto livello. Al sistema economico italiano in queste settimane mancano 400mila stagionali nel turismo, nella ristorazione e la mancanza di manodopera tecnica per qualifiche basse riguarda soprattutto il settore dell’edilizia, dell’agroalimentare e della movimentazione merci con picchi del sessanta per cento di difficile reperibilità.

Per più del cinquanta per cento della domanda di lavoro in questi mesi non è richiesto uno specifico titolo di studio o è sufficiente il diploma e la qualifica professionale. Esattamente in linea con la media dei percettori del reddito di cittadinanza.

Il RdC disincentiva il cercare e accettare lavoro?

Da quando è stata approvato il decreto 48 che contiene la riforma del sussidio il numero dei percipienti il RdC è diminuito in modo drastico, insieme all’aumento esponenziale degli occupati. Aumento di centinaia di migliaia di lavoratori assunti per lo più a tempo indeterminato. Altro che incentivo al precariato. Per non parlare poi del fenomeno degli stagionali, praticamente spariti lo scorso anno, ma che invece sono miracolosamente ricomparsi in questa stagione estiva. I datori di lavoro alla ricerca di personale non si sentono più rispondere “Sono disponibile ma solo per lavorare in nero, perché perderei il reddito di cittadinanza”. Evviva!

Ecco quanti sono gli esodati del Reddito di Cittadinanza

I numeri ufficiali parlano di circa 200mila “esodati”. Che verranno presi in carico da Inps, Regioni e Servizi Sociali e non certo abbandonati. Ma parliamo di 200 mila su 64milioni di italiani di cui le decine e decine di milioni di lavoratori dipendenti e indipendenti, che non tollerano di vedere sperperati cosi i soldi trattenuti dallo Stato sui loro guadagni.

Evocare scontri e proteste dà il senso della disperazione dei vertici del Movimento. A parte un paio di Regioni del sud dove vi sono alcune decine di migliaia di percettori, nel resto d’Italia i numeri sono molto bassi e suddivisi sul territorio quindi ben gestibili a livello di servizi locali.

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Reddito di cittadinanza verso la fine: la gestione del governo 

La prima scadenza è per il giorno 1° settembre, in cui sarà operativa la piattaforma predisposta e gestita dall’Inps per censire gli ex percettori che si attivano per registrarsi dando disponibilità a formarsi e quindi ad accettare lavoro. Da lì scatterà il diritto a percepire quanto previsto. Contestarne il funzionamento prima ancora che arrivi la data prefissata, è un segnale del disorientamento che si è  impadronito del gruppo dirigente grillino.

RdC, l’incoerenza del Partito Democratico

Un discorso a parte merita la posizione del partito che fu di Berlinguer. Da quando su quello che resta del Pd (ex-Pds, ex Ds, ex Pci) si è abbattuto il ciclone Schlein la deriva è totale. La rincorsa all’elettorato dei 5 Stelle ha portato i Dem a fare un clamoroso volta faccia sul tema del reddito di cittadinanza. Senza contare Maurizio Landini, leader Cgil (“la povertà si combatte dando lavoro, non con i sussidi”) o Susanna Camusso, che l’ha preceduto (“no al Rdc”), o Nicola Zingaretti (“il Rdc? Una pagliacciata.”) che l’avevano bocciato (e non a torto, verrebbe da dire). Insomma, il Festival dell’opportunismo e dell’incoerenza.

 

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