Riforma fiscale, cambio di passo sulle aliquote 2024: ecco chi ci guadagna
La Manovra per il governo Meloni è tutta in salita. Ma se si troveranno le risorse in tempo, la riforma dell’Irpef potrà prendere il via già dal 2024
Riforma fiscale, verso il via libera. Leo: “Su tasse e fisco siamo sempre dalla parte degli italiani”
Rassenerare il rapporto tra fisco e contribuente, tassare le multinazionli italiane ed estere con un’imposta effettiva di oltre il 15%, riformare le aliquote e procedere con un taglio consistente del cuneo: sono questri, tra gli altri, gli obiettivi che il governo Meloni si è prefissato di raggiungere con la nuova Legge di Bilancio sul tema “riforma fiscale”, approvata ad agosto e ora in fase di attuazione con i decreti delegati. Un tema tutto in salita, visti i pochi margini di manovra che l’esecutivo ha a disposizione. Ma il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, solo pochi giorni fa- dalle pagine del Messaggero- ha ribadito l’impegno del governo sull’attuazione.
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“Entro il 20 settembre le Commissioni, composte da alcuni dei massimi esperti in materia, dovranno formulare delle proposte di carattere tecnico che potranno rappresentare la base per i futuri decreti attuativi", ha dichiarato il viceministro. "Le prime misure che vareremo saranno quelle che non necessitano di copertura: penso a quelle che riguardano i procedimenti ovvero gli adempimenti e i versamenti dei contribuenti, l’accertamento, il contenzioso e le sanzioni. Con queste misure rassereniamo il rapporto tra fisco e contribuente sin da subito e, con la Nadef, vedremo se ci sarà spazio per varare misure volte a ridurre il carico fiscale per i contribuenti”, ha rimarcato Leo.
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A livello di tempistiche "sicuramente una delle prime misure sarà quella relativa alla tassazione delle multinazionali italiane ed estere. L’imposta effettiva pagata dalle multinazionali dovrà essere superiore al 15%“, ha spiegato Leo. “Tutte le leggi di bilancio sono complesse dal punto di vista delle risorse”, ha poi sottolineato. "L’intenzione del governo è quella di agire nel rispetto delle regole comunitarie, sempre tutelando gli interessi degli italiani. Per quanto riguarda la riforma delle aliquote Irpef è senz’altro nostra intenzione procedere a una prima fase di riordino alleggerendo il carico fiscale. Come detto, dovremo verificare se ci saranno coperture con la con la Nadef. Vedremo. Siamo cauti ma ottimisti”, ha chiosato il viceministro.
Riforma fiscale, come funzionano le aliquote oggi
Il governo- se ci saranno risorse- ha quindi intenzione di agire anche sulle aliquote: l'obiettivo è quello di abbassarne il numero, portandole da quattro a tre. Ma quali sono le aliquote che utilizziamo attualmente? A oggi l'Irpef è divisa in quattro scaglioni: 1- chi dichiara un reddito fino a 15mila euro all'anno paga il 23% di imposta; 2- chi dichiara un reddito da 15mila a 28mila euro all'anno deve versare il 25%, 3- chi dichiara un reddito da 28mila a 50mila all'anno euro versa il 35%, 4- al di sopra dei 50mila euro di reddito all'anno, bisogna versare il 43% in Irpef.
In Italia vige un sistema progressivo, ovvero: si paga il 23% sui primi 15mila euro, il 25% sui guadagni in più fino alla soglia 28mila euro (quindi al massimo su 13mila euro), poi il 35% fino a 50mila euro e così via. In più, c'è una no tax area: i dipendenti che prendono fino a 8.174 euro non versano Irpef.
Riforma fiscale, verso il via libera. Le ipotesi in campo
Come spiega Fanpage.it, “le possibilità per portare il sistema da quattro a tre fasce quindi potrebbe essere messo in atto in molti modi, ad esempio accorpando due degli scaglioni già esistenti, oppure prevedendo aliquote e soglie diverse: l'ipotesi più studiata in questo momento dai tecnici del ministero dell'Economia sarebbe quella di ampliare il primo scaglione, che prevede un'imposta del 23%, con un intervento che potrebbe costare da tre a quattro miliardi di euro”.
Riforma fiscale 2024, ecco chi ci guadagna
Ma non solo. Queste modifiche che tipo di apporto avranno sulle tasche del contribuente? Fanpage.it spiega che “una possibilità è quella di allargare il primo scaglione e far pagare il 23% fino a 28mila euro di reddito: così resterebbe una seconda fascia fino a 50mila euro, ma con un'aliquota del 33% (invece del 35%) e resterebbe invariata l'ultima fascia, con il 43% da versare al di sopra dei 50mila euro”. Secondo una simulazione pubblicata dal Corriere della Sera e riportata dal sito online, “l'effetto potrebbe essere che chi ha un reddito da 20mila euro risparmierebbe circa 100 euro di Irpef, pari al 2,13% dell'imposta pagata normalmente: chi prende 35mila euro in un anno risparmierebbe di più: circa 400 euro, ovvero il 4,05% di quanto versato prima”. Il guadagno maggiore lo avrebbero invece i redditi più alti, da 50mila euro in su: pagherebbero 700 euro in meno, cioè il 4,86% in meno.