Stangata banche, Bini Smaghi: "Caleranno i prestiti, distorsione del mercato"

Ora gli istituti di credito potrebbero scegliere di far ricadere sulla clientela il costo della nuova tassa. Ecco tutti i rischi che si corrono

di Redazione Economia
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Tassa extraprofitti banche, cosa cambia per chi ha un mutuo e perché si rischiano aumenti

La tassa sugli extraprofitti delle banche decisa a sorpresa dal governo nell'ultimo Cdm prima della pausa estiva ha creato il caos sui mercati. Nella giornata di ieri sono andati in fumo 9 miliardi. Secondo le prime valutazioni il gettito atteso dall'esecutivo è tra i due e i tre miliardi. Mentre a causa del rialzo dei tassi voluto dalla Banca Centrale Europea oggi un mutuo medio a tasso variabile stipulato nel gennaio 2022 fa sborsare agli assuntori 2.300 euro in più. E a luglio 2024 la quota maggiorata dovrebbe arrivare a 5.300 euro. Ma - spiega Il Corriere della Sera - con le nuove norme il costo dei mutui di nuova accensione potrebbe aumentare. Perché le banche potrebbero scegliere di far ricadere sulla clientela il costo della nuova tassa (almeno in parte). Il quotidiano calcola un possibile aumento dello 0,5% del costo dei prestiti delle imprese e dei nuovi mutui.

 

Lorenzo Bini Smaghi, attuale presidente di Société Générale e già membro del board della Bce dice che la tassa potrebbe essere incostituzionale. "Non è vero - spiega al Corriere della Sera Bini Smaghi - che gli istituti di credito hanno fatto più profitti rispetto ai servizi, al lusso, all'energia o alla meccanica. Non c’è motivo per penalizzare un comparto anziché un altro: perché creare una tassa ad hoc? Mentre un prelievo su misura per gli utili derivanti da aumenti di prezzi petroliferi può essere giustificato, qui c’è un fenomeno che interessa tutti i settori che è l’inflazione e che ha consentito a molti di questi di avere un aumento di guadagni temporanei. Non vedo perché distinguere le banche dall’automotive o dal farmaceutico".

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Sempre secondo Bini Smaghi le banche potrebbero stringere i cordoni dei finanziamenti. "Perché per erogare hanno bisogno di capitale, che si genera con gli utili. Se questi ultimi li riduciamo tassandoli, si ridurranno anche i prestiti. È una misura che avrà un impatto negativo sulla crescita economica. Ci sarebbe da aggiungere che il confronto con il 2021 per calcolare il margine di interesse è particolarmente distorsivo perché allora i tassi erano negativi e gli utili delle banche molto bassi come evidenziato dalle valorizzazioni. Ci sono anche dubbi di costituzionalità per questa misura".

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